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Bevilacqua: "Cura economica non può attendere, non abbandonare imprese e partite iva"

13 marzo 2020 | 21.22
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Nunzio Bevilacqua
Nunzio Bevilacqua

"Se prima occorre contenere l’emergenza sanitaria, con priorità di copertura di costi che la stessa necessiterà, non si può attendere un secondo momento per la ‘cura economica’ ma dovrà essere necessariamente immediata e contemporanea alla prima, a rischio, in caso contrario, di non avere più un’economia da curare a fine emergenza, mirata, in quanto la liquidità dovrà arrivare non ‘a pioggia’ ma specialmente su centri che ‘moltiplicano benessere’ e ridanno gettito come le imprese e i meno garantiti come le partite Iva". Ad affermarlo all'Adnkronos è Nunzio Bevilacqua, giurista d’impresa ed esperto economico internazionale.

Per Bevilacqua è "troppo abusata la parola 'iniezione di liquidità’, dietro la quale spesso ci si pone per giustificare i fallimenti di obiettivi irraggiungibili nell’economia reale". Quello di cui oggi necessiterebbe il Paese, sostiene l'esperto economico, "è un analitico programma di breve periodo di sostegno alle attività produttive in standby con sospensione certamente degli oneri primari ma, per il principio dei vasi comunicanti, senza mettere in crisi altri settori strategici come quello bancario, il pagamento di tutti i debiti commerciali della Pa stagnanti da anni e forieri spesso di fallimenti già in situazioni non recessive , forme di compensazione in deroga debiti-crediti, rimborso Iva più rapido, un inizio immediato dei cantieri fermi con potenziamento delle infrastrutture e deroghe d’emergenza alle procedure aggiudicazione standard per un periodo di 24/36 mesi".

"Solo partendo immediatamente da queste misure concrete e robuste ma soprattutto derivanti da buon senso e merito, potremo sperare, quando sarà il momento di 'riaccendere il Motore Italia', che la macchina produttiva si possa in qualche modo riavviare", sostiene Bevilacqua.

"Interventi di sostegno alle partite iva dovranno avvenire non solo in tema di accesso garantito al credito, ma soprattutto in termini previdenziali assistenziali e contributivi, in quanto in un momento come questo non possiamo permetterci di lasciare in dietro quelli che sono realmente meno garantiti", conclude l'esperto.

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