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Coronavirus, Boccia: "Confindustria non è impazzita

24 marzo 2020 | 11.09
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"La salute è la priorità, mi auguro si apra il confronto e non ci sia lo sciopero"

(Fotogramma)
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"Non c'è alcuna pressione, non siamo impazziti: non vogliamo produrre per forza. Noi siamo per chiarire un aspetto importante, condividiamo il fine del decreto: avere i beni essenziali in supermercati e farmacie. Occorre buon senso reciproco per comprendere alcuni aspetti". Sono le parole di Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, a Omnibus, su La7.

"La salute è la priorità" ma "dobbiamo aiutare le aziende ad evitare che la chiusura fisica" di questo periodo "non sia definitiva". "E' ingenerosa questa idea secondo cui noi siamo contro la salute", dice Boccia. "Condividiamo la priorità, addossare le colpe a noi mi pare eccessivo. Nella giornata di domenica abbiamo chiarito che per garantire le filiere legate a beni essenziali bisogna avere attenzione anche per aspetti trasversali. Noi non diciamo che bisogna costruire trattori, anche perché nessuno li compra, ma bisogna mettere in condizione quell'impresa di produrre il pezzo di ricambio dei trattori che riguarda l'agricoltura e quindi riguarda i beni e servizi che arrivano nei supermercati. Non c'è alcuna pressione, non siamo impazziti: non vogliamo produrre per forza", ribadisce.

"Mi auguro che si apra il confronto e che lo sciopero non si faccia. In questo momento difficile e delicato dobbiamo affrontare insieme" il tema relativo "all'apertura per garantire le filiere essenziali. E dobbiamo preoccuparci immediatamente, insieme, del fatto che questi lavoratori al termine di questa fase possano rientrare nelle imprese italiane. Dobbiamo preoccuparci della salute ma anche della fase 2, le aziende dovranno riaprire e non chiudere definitivamente", afferma ancora.

"Noi parliamo di economia di guerra perché i numeri sono rilevanti e su questo dobbiamo fare i conti come paese. Se iniziamo con conflitti, tattiche e titoli sui giornali, facciamo un errore tattico per il paese. Per noi la cosa più semplice sarebbe chiudere e non assumerci nessuna responsabilità, stiamo ponendo questioni di buon senso e siamo pronti al confronto", ripete.

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