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Coronavirus, Recarlo: "La ripartenza non sarà col turbo, governo metta sul piatto altre manovre"

31 marzo 2020 | 14.57
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Paolo Re, vicepresidente dell'azienda di gioielli: "Il fatturato subirà flessione del 50%"

Coronavirus, Recarlo:

L'emergenza coronavirus non risparmia il mercato del lusso e dei gioielli, che rischia di subire un effetto negativo sulle vendite a livello globale. Ecco perché è importante mettere in campo sin da ora tutte le strategie possibili per non farsi trovare impreparati. Lo sa bene Paolo Re, vicepresidente di Recarlo, azienda fondata dal padre Carlo nel 1967, che nel 2019 ha realizzato un giro d'affari pari a 28 milioni di euro. Numeri che rischiano ora di subire un contraccolpo. "A fine mese tireremo le somme - spiega Paolo Re all'Adnkronos -. Si tratta di un anno molto particolare, è difficile quantificare le perdite in termini di fatturato. Per il settore della gioielleria gennaio è un mese di passaggio, tutto inizia dopo San Valentino, a febbraio, ma i primi cali li abbiamo percepiti i primi di marzo, è un anno che ci ricorderemo".

E se nell'esercizio appena archiviato l’azienda ha potuto contare su un giro d’affari di 28 milioni di euro, per il 2020 Recarlo teme una flessione di oltre il 50%. "Sono previsioni difficili da fare - sottolinea Paolo Re - il primo semestre è quasi finito e va ricordato che il nostro giro affari è spalmato al 45 per cento sul primo semestre, al 55 sul secondo”.

Per ripartire più forti di prima servirà del tempo. "Siamo consapevoli che la ripartenza non sarà col turbo ma sarà una ripresa lenta - spiega il vicepresidente di Recarlo - sarà importante lavorare sull’organizzazione e poi si cercherà di fare lo stesso sulla comunicazione e sul prodotto e di dare forza al Made in Italy, da sempre il nostro punto di forza. Crediamo sarà una leva importante per il Belpaese e speriamo che anche le altre aziende diano un segnale forte, cercando di non delocalizzare come si faceva un tempo ma investire sul nostro Paese".

In queste settimane, sottolinea Paolo Re, “la nostra azienda è ferma, stiamo andando avanti con lo smart working cercando di tener vivo l’interesse sul lavoro e sulla nostra azienda. La prima cosa che abbiamo fatto è stata mantenere il rapporto con i nostri collaboratori, ci aggiorniamo quotidianamente sui decreti del governo e sulle nuove misure che vengono fuori. Ora pensiamo al dopo coronavirus, alle strategie da mettere in campo e alle esigenze che emergeranno quando ripartiranno i lavori”.

Nel frattempo, il focus è sull’e-commerce: "Gli stiamo dando molta importanza - rimarca Re - una delle nostre strategie sarà rinforzare tutti canali di comunicazione online dai social alla newsletter, cercando di andare incontro a un cambio di approccio del cliente finale sui canali di vendita" ma, ammette, "quello che soffrirà di più sarà il consumatore che avrà timore ad entrare nei negozi. Noi cercheremo di supportarlo con tutte le informazioni e rassicurazioni del caso. L'e-commerce per noi è più un canale di informazione, trattando prodotti celebrativi come il solitario o il trilogy, dove gioca molto l’emozione come recarci dal gioielliere e scegliere il diamante. Questo è un aspetto che terrà sempre molto”.

Per la ripartenza, secondo Paolo Re, è necessario un intervento importante del governo: "Auspichiamo - dice - che l’esecutivo metta sul piatto ancora altre manovre, rivolte soprattutto alle aziende, ai collaboratori e al capitale umano imprenditoriale. C’è bisogno di un governo che cerchi di accollarsi i debiti di questi mesi e far sì che l’economia possa ripartire più velocemente". Se ciò non avverrà, avverte, "soffriremo per diversi anni. Ogni imprenditore deciderà come procedere ma inizialmente ci vuole un governo che assista le aziende".

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