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Coronavirus, Cgia: "Sei artigiani su 10 costretti a chiudere"

04 aprile 2020 | 09.40
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A livello regionale si sono registrate punte del 65,6 per cento in Toscana, del 63,9 per cento in Valle d’Aosta

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

Il Covid-19 ha costretto alla chiusura 6 artigiani su 10. A sostenerlo è l'ufficio studi della Cgia. Con le chiusure imposte dalla legge in queste ultime 2 settimane a causa del Covid-19, sono 752.897 le imprese artigiane che sono state costrette a sospendere l’attività (pari al 58,5% del totale); il conto sale a 799.462 se si considerano anche le attività per le quali è prevista la possibilità di fare solo somministrazione per asporto.

A livello regionale si sono registrate punte del 65,6 per cento in Toscana, del 63,9 per cento in Valle d’Aosta e del 61,1 per cento in Umbria. Le realtà meno interessate dalla chiusura sono state la Basilicata (52,9 per cento), la Calabria (52,5 per cento) e infine la Sicilia (48,9 per cento).

La Cgia parla anche di almeno 7 miliardi di euro di perdita di fatturato che a livello nazionale le imprese artigiane subiranno in questo mese di chiusura. I comparti più colpiti sono anche quelli più rappresentativi di tutto il settore: le costruzioni, ad esempio, vedranno una flessione del fatturato di 3,2 miliardi (edili, dipintori, finitori di edifici, etc.) la manifattura di 2,8 miliardi (metalmeccanici, legno, chimica, plastica, tessile-abbigliamento, calzature, etc.) e i servizi alla persona di 650 milioni di euro (acconciatori, estetiste, calzolai, etc.).

"L’artigianato rischia di estinguersi, o quasi, in particolar modo nelle piccole città e nei paesi di periferia, molte attività - segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo - a fronte dell’azzeramento degli incassi, degli affitti insostenibili e di una pressione fiscale eccessiva, non reggeranno il colpo e saranno costrette a chiudere".

Tra il 2009 e il 2019, infatti, le aziende artigiane che hanno chiuso definitivamente sono state poco meno di 180 mila (per la precisione 178.664), pari al -12,2%. Se nel 2009 lo stock era pari a 1.465.949, al 31 dicembre dell’anno scorso il numero è sceso a 1.287.285. La regione che ha subito la flessione più elevata è stata la Sardegna (-19%).

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