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Coronavirus "costato finora 495 euro a famiglia"

04 aprile 2020 | 11.51
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Le stime del Codacons, che realizza una prima elaborazione sulle perdite economiche subite dai nuclei familiari a causa dell’emergenza sanitaria in atto nel Paese: "12,8 miliardi il danno complessivo"

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"Il coronavirus è costato in media finora 495 euro a famiglia". Lo afferma il Codacons, che ha realizzato una prima elaborazione sulle perdite economiche subite dai nuclei familiari a causa dell’emergenza sanitaria in atto nel paese.

Le famiglie con più figli e quelle costituite da lavoratori autonomi sono i nuclei che più di altri subiscono ripercussioni economiche a causa dell’emergenza coronavirus, e per loro il danno può arrivare a superare i 1.000 euro a nucleo, spiega il Codacons. "Al minor reddito legato alla sospensione delle attività lavorative (professionali, commerciali, servizi, ecc.) si aggiunge il danno derivante dal mancato utilizzo di beni e servizi già regolarmente acquistati", sottolinea l'associazione dei consumatori. Dagli abbonamenti ai trasporti pubblici, palestre, piscine, passando per le rette di asili nido, scuole private, mense, fino ad arrivare all’annullamento di viaggi, manifestazioni, eventi sportivi e culturali per cui si era in possesso di regolare biglietto, cui si aggiunge il minor reddito da lavoro, ogni singola famiglia italiana ha subito ad oggi mediamente una perdita economica pari a 495 euro. Questo significa che, complessivamente, il coronavirus, sostiene il Codacons, "ha portato ad un danno totale per le famiglie italiane pari a circa 12,8 miliardi di euro. Conto ovviamente parziale che è destinato ad aggravarsi in caso di prosecuzione delle misure di contenimento varate dal Governo".

"Con il decreto Cura Italia non è stato fatto abbastanza per tutelare le famiglie italiane – afferma il presidente Carlo Rienzi – Non sono stati sospesi affitti e bollette né vi sono misure specifiche che riconoscano agli utenti il diritto al rimborso per i servizi non goduti. Il Governo deve imporre a società pubbliche e private la restituzione automatica e senza richiesta di quanto pagato dalle famiglie per beni e servizi di cui non hanno usufruito, lasciando agli utenti la possibilità di scegliere forme alternative di ristoro come voucher o prolungamento degli abbonamenti".

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