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Coronavirus, in Veneto ipotesi disoccupati al lavoro nei campi

06 aprile 2020 | 18.31
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Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa

Mancano braccia nei campi per la raccolta di fragole, asparagi e primizie, per le operazioni di primavera nelle vigne e per l'avvio dalle colture estive. L’assessore all’Agricoltura della regione Veneto, Giuseppe Pan, tra primi a proporre reintrodurre l’utilizzo dei voucher semplificati, è impegnato su una nuova ipotesi di reclutamento straordinario di manodopera: con la collega alle politiche per il lavoro Elena Donazzan sta studiando la modalità per coinvolgere i centri per l'Impiego nell’intermediazione diretta tra i disoccupati e le aziende del primario rimaste senza manodopera straniera, a causa dei blocchi alle frontiere e dei rischi di quarantena per gli operai dell’Est europeo.

"Le organizzazioni agricole del Veneto stimano un fabbisogno di circa 5 mila lavoratori stagionali per la raccolta in queste settimane di fragole, asparagi e primizie e per i trapianti per le colture estive", dichiara Pan. "Se non sarà possibile fare ricorso ai voucher semplificati per l’agricoltura, chiediamo almeno che sia possibile attingere alle liste dei disoccupati e inoccupati iscritti ai centri per l'Impiego, e di proporre a queste persone un'opportunità di lavoro nelle aziende del territorio", continua Pan.

"Sono convinto che per molti il lavoro nelle serre e nei campi sia una opportunità interessante di primo reddito o di integrazione al reddito, viste le deroghe assicurate dal decreto legge 18 ‘Cura Italia’ ai disoccupati percettori di Naspi o del reddito di cittadinanza e lo scenario di recessione economica che si sta affacciando”, spiega ancora.

Il sistema dei 39 centri per l'Impiego in Veneto, gestito dall’ente strumentale Veneto Lavoro, registra al momento 140 mila disoccupati iscritti, di cui 12.500 beneficiari del reddito di cittadinanza.

"Ci stiamo già confrontando con Veneto Lavoro e con i responsabili dei centri per l'impiego -dichiara Pan- al fine di proporre un accordo-quadro che faciliti il ricorso a questi lavoratori nel pieno rispetto dei requisiti di sicurezza e con la garanzia di poter fornire i dispositivi di prevenzione individuale, nonché della necessaria formazione prima dell’avvio alle attività agricole. L’eventuale accordo dovrà essere ratificato da tutte le rappresentanze di settore e dal Tavolo verde per l’agricoltura", conclude.

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