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Coronavirus, Federlegnoarredo: "Bozze insufficienti, serve coraggio"

07 aprile 2020 | 15.51
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"Ho già detto che ogni giorno che passa è un giorno perso e a vedere le bozze del decreto in circolazione in queste ore, mi trovo costretto a dire che il governo non ha ancora capito che cosa serve alle aziende per rimanere in vita. Forse non è ancora chiaro che quello che serve alle imprese, piccole medie e grandi, sono cose semplici e immediatamente applicabili. Ebbene niente di questo compare nelle bozze”. Così il presidente di FederlegnoArredo, Emanuele Orsini.

Punto primo: le garanzie dello Stato tanto per cominciare non sono al 100 per cento, come avviene negli altri Paesi, ma in misura inferiore. Punto secondo: le garanzie non possono essere subordinate a garanzie precedentemente avute, questo è gravissimo. Punto terzo: la somma corrispondente al 25 per cento non può essere certo restituita in 6 anni, ma almeno in 10 anni e deve necessariamente esserci un preammortamento di almeno 24 mesi. Punto quarto: l'intervento di Sace è indubbiamente al di sotto delle sue potenzialità, ci saranno una marea di richieste. Punto quinto: le procedure di accesso devono essere facili e non ci possono essere black out. In altre parole non deve ripetersi quanto accaduto con il sito Inps. Punto sesto: le erogazioni non possono essere vincolate al rapporto fra numero dipendenti e costo personale.

“Sono cose semplici e fattibili - sostiene Orsini - ma che purtroppo lo Stato non sembra avere il coraggio di fare. Vorrei dire chiaramente a chi sta prendendo ora le decisioni che se il loro timore è fare debito pubblico, cosa che fra le altre cose stanno facendo tutti i Paesi, pensino che se mandano le aziende in default non ci sarà più nessuno che paga i costi dello Stato”. Quindi “prima falliranno le aziende, ma poi fallirà lo Stato. Pensateci, è nel nostro e vostro interesse”, avverte.

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