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Gualtieri: "Intervento poderoso senza precedenti per ripartire tutti insieme"

24 aprile 2020 | 21.43
LETTURA: 7 minuti

Il ministro dell'Economia: "Cancelliamo tutti gli aumenti dell'Iva previsti per i prossimi anni"

Gualtieri:

"Cinquantacinque miliardi per le famiglie, per le imprese, per la sanità, e ulteriori risorse per la liquidità e per proteggere le nostre aziende. E poi, cancelliamo tutti gli aumenti dell'Iva previsti per i prossimi anni". Così in un post su Facebook il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri sintetizza le misure del governo.

"Un intervento poderoso, senza precedenti, necessario - sottolinea Gualtieri - per sostenere e aiutare il Paese in questo momento così difficile, e per provare a ripartire tutti insieme".

DEBITO PIU' ALTO DELLA STORIA REPUBBLICANA - "Il quadro di bilancio del presente documento indica che, includendo gli effetti dei prossimi provvedimenti, l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche quest'anno salirà al 10,4 per cento del Pil, mentre il debito pubblico raggiungerà il livello più alto della storia repubblicana, il 155,7 per cento del Pil" ha detto il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri nella premessa al Def pubblicato oggi sul sito del Mef. "Secondo la nuova previsione, nel 2021 il deficit scenderà al 5,7% del Pil e il rapporto debito/pil diminuirà al 152,7%. Si tratta di livelli assai elevati, che richiederanno uno sforzo pluriennale di risanamento all’interno di una strategia di sviluppo equo e sostenibile a livello sociale e ambientale".

PRESSIONE FISCALE - "Una volta inclusi gli effetti del decreto in corso di preparazione e il beneficio degli 80 euro mensili (che diventeranno 100 con il taglio del cuneo fiscale sul lavoro già legiferato), la pressione fiscale scenderà dal 41,9 per cento del 2019, al 41,8 per cento nel 2020 e al 41,4 per cento nel 2021".

DECRETO APRILE - La dimensione del prossimo decreto, il cosiddetto dl Aprile, sottolinea il ministro dell'Economia nella premessa al Def che è stato appena pubblicato sul sito del Mef, "è molto rilevante, essendo stata cifrata in 55 miliardi in termini di maggiore indebitamento netto su quest'anno e 5 miliardi a valere sul 2021, al netto dei maggiori oneri sul debito pubblico. L'intervento sul 2020 è equivalente al 3,3 per cento del Pil, che assommato al Cura Italia porta al 4,5 per cento del Pil il pacchetto complessivo di sostegno all'economia, a cui si aggiungono garanzie per circa il 40 per cento del Pil. Sul saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato, in termini di competenza e in termini di cassa, gli effetti del decreto ammontano a 155 miliardi di euro nel 2020 e 25 miliardi nel 2021, a cui si sommano, per il 2020, i 25 miliardi del decreto Cura Italia".

PIL - "In considerazione della caduta della produzione e dei consumi già registrata e di queste difficili prospettive di breve termine, la previsione ufficiale del Pil per il 2020, che risaliva alla Nota di Aggiornamento del Def del settembre scorso, è stata abbassata da un aumento dello 0,6% a una contrazione dell'8%. Questa nuova previsione sconta una caduta del Pil di oltre il 15% nel primo semestre e un successivo rimbalzo nella seconda metà dell'anno". "Il recupero del Pil previsto per il 2021 - rileva Gualtieri - è del 4,7%, una valutazione prudenziale che sconta il rischio che la crisi pandemica non venga superata fino all'inizio del prossimo anno. Come richiesto dalle linee guida concordate a livello europeo, il presente documento presenta anche uno scenario di rischio, in cui l'andamento e la durata dell'epidemia sarebbero più sfavorevoli, causando una maggiore contrazione del Pil nel 2020 (10,6%) e una ripresa più debole nel 2021 (2,3%), nonché un ulteriore aggravio sulla finanza pubblica".

ELIMINAZIONE AUMENTO IVA E ACCISE - "Il forte aumento dell'imposizione indiretta previsto dalla legislazione vigente a inizio 2021 striderebbe con la fase di difficoltà che il Paese sta attraversando. Il Governo ha pertanto deciso di includere nel nuovo decreto l'eliminazione degli aumenti dell'Iva e delle accise, previsti dal 2021. In una fase che auspichiamo sarà di ripresa e col riaccendersi del desiderio di intraprendere e innovare, l’intonazione della politica fiscale dovrà, infatti, rimanere espansiva, sia pure nei limiti di una gestione oculata della finanza pubblica".

PERIODO DI RILANCIO - "È evidente che dopo uno shock quale quello subìto quest'anno e che ci auguriamo non si protragga anche nel 2021, l'economia avrà bisogno di un congruo periodo di rilancio durante il quale misure restrittive di politica fiscale sarebbero controproducenti". "Non è tuttavia troppo presto per elaborare una strategia di rientro dall’elevato debito pubblico. Tale strategia - sottolinea Gualtieri - dovrà basarsi non solo su un bilancio primario in surplus, ma anche su una crescita economica assai più elevata che in passato, il che richiederà un rilancio degli investimenti pubblici e privati incentrati sull’innovazione e la sostenibilità nel quadro di una organica strategia di sostegno alla crescita e di riforme di ampia portata".

LA RIAPERTURA PER GRADI - "Nelle ultime settimane le misure di controllo dell'epidemia hanno prodotto una graduale riduzione del numero di nuovi casi registrati di infezione e di ricoveri in terapia intensiva. Tuttavia, il tributo pagato giornalmente in termini di vite umane è ancora elevato e l'appiattimento della curva dei contagi non è pienamente conseguito. Di conseguenza, le misure di distanziamento sociale e le chiusure produttive sono state estese fino ai primi di maggio e si prevede che la successiva riapertura delle attività produttive procederà per gradi".

LA SEMPLIFICAZIONE - Successivamente a questi interventi, dato il prolungarsi della chiusura di molte attività produttive e data l'esigenza di preservare i settori dell'economia che probabilmente continueranno a essere sottoposti a vincoli operativi, si è intrapresa la preparazione di due nuovi provvedimenti che il Governo si accinge a sottoporre al Parlamento. Il primo è un decreto contenente ulteriori misure di sostegno a lavoratori e imprese per aumentarne la resilienza e preparare al meglio la fase di ripresa. Il secondo sarà dedicato a una drastica semplificazione delle procedure amministrative in alcuni settori cruciali per il rilancio degli investimenti pubblici e privati (soprattutto appalti, edilizia, commercio, controlli)".

Il prossimo decreto, sottolinea il ministro, "riprenderà tutti gli interventi del Cura Italia, rafforzandoli e prolungandoli nel tempo onde rispondere alle esigenze della prossima fase di graduale riapertura dell'economia. In particolare, oltre alle misure di sostegno al lavoro, all’inclusione e al reddito, e a quelle per la salute, la sicurezza e gli Enti territoriali, vi saranno significativi interventi per la liquidità e la capitalizzazione delle imprese, per il supporto ai settori produttivi più colpiti dall’emergenza, per gli investimenti e l’innovazione".

L'EUROPA - "La risposta dell'Unione e dell'Area euro ha acquisito proporzioni ragguardevoli e rappresenta un'importante protezione per il nostro Paese" ha detto il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. "La fase di preparazione del Def e del prossimo decreto - sottolinea il ministro - è stata accompagnata da un'intensa interlocuzione all'interno dell'Ue sulla risposta alla crisi pandemica. L'Italia ha sostenuto con coerenza e fermezza l'idea che uno shock di portata inusitata e di natura simmetrica quale l'attuale pandemia dovesse essere affrontato con il massimo grado di coordinamento e solidarietà. Ciò vale anche per quanto riguarda il finanziamento dei costi relativi alle misure di sostegno all’economia adottate dagli Stati membri". "Grazie allo spirito di collaborazione che ha contraddistinto tutte le parti pur con le note differenze di vedute iniziali - rileva Gualtieri-, si sta oggi profilando un ventaglio di risposte Europee alla crisi. Esse comprendono il futuro fondo per finanziare gli ammortizzatori sociali, denominato SURE e che potrà arrivare fino a 100 miliardi; l'ampliamento delle risorse della Banca Europea per gli Investimenti (Bei) per garantire fino a 200 miliardi di nuovi prestiti a livello Ue; la nuova linea di credito (Pandemic Crisis Support) del Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes), che potrà arrivare fino al 2 per cento del Pil dei Paesi che vorranno farne richiesta; ed infine, il costruendo Fondo per la Ripresa, che nelle intenzioni del Governo italiano dovrà essere lo strumento più importante e decisivo per il rilancio dell’economia e il futuro sviluppo dell’Unione negli anni post-crisi". "Se si considera anche la straordinaria dimensione del programma di acquisti di titoli con creazione di base monetaria (quantitative easing) della Banca Centrale Europea, la rivisitazione delle regole sugli aiuti di Stato e la sospensione delle usuali prescrizioni del Patto di stabilità e crescita la risposta dell'Unione e dell'Area euro ha acquisito proporzioni ragguardevoli e rappresenta un’importante protezione per il nostro Paese" conclude Gualtieri.

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