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Coronavirus, Leonardo: "Con Fucino-Telespazio sempre garantite attività strategiche Ue"

30 aprile 2020 | 20.08
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Al Centro Spaziale del Fucino dall'Esercito tende per isolare i team, inventato un protocollo che si ispira al backup degli smartphone

Centro spaziale Leonardo-Telespazio al Fucino (Foto Leonardo)
Centro spaziale Leonardo-Telespazio al Fucino (Foto Leonardo)

(di Andreana d'Aquino)-

Anche nel pieno dell'emergenza dettata dal nuovo coronavirus, Leonardo, attraverso il Centro Spaziale italiano del Fucino gestito dalla joint venture Telespazio (Leonardo 67% e Thales 33%) "ha sempre garantito le attività spaziali strategiche dell'Unione Europea gestite dalla Commissione e legate al sistema di navigazione satellitare Galileo". A scandirlo, intervistato dall'Adnkronos, è il Responsabile Operazioni di Telespazio e direttore del Centro del Fucino, Gianni Riccobono.

E non un tassello marginale nella lotta al Covid-19. Questo perché Galileo è il sistema satellitare europeo che garantisce agli utenti in tutto il mondo servizi di navigazione e localizzazione satellitare di estrema precisione. Riccobono ricorda che il Centro Spaziale del Fucino, in Abruzzo, "è il più grande teleporto al mondo per usi civili, gestisce sistemi legati alla sicurezza nazionale, alle Tlc ma anche il sistema Galileo che è una infrastruttura strategica di Bruxelles e dà servizi critici alla Commissione Europea". "Insomma -assicura l'ingegnere- noi non ci siamo mai fermati". Dunque, mentre la maggioranza dell'Italia è stata costretta al lockdown sotto la pressione dell'emergenza Sars-Cov-2, il colosso aerospaziale nazionale Leonardo ha assicurato anche la continuità di attività di satelliti, telecomunicazioni e servizi cruciali "non solo per la vita quotidiana dei cittadini" ma anche "per gli operatori impegnati nell’emergenza Covid-19".

Così, dall’insorgere dell’emergenza Coronavirus, Leonardo ha messo in atto una serie di attività e misure per garantire la continuità di molte delle sue operazioni, compresi appunto i centri spaziali in Italia e nel mondo e fra questi il Fucino. "La sospensione anche solo parziale delle attività satellitari potrebbe avere ripercussioni sulla sicurezza nazionale, sui servizi di pubblica utilità e, in generale, sulla vita di tutti i cittadini" ribadisce Riccobono. Le nostre attività, "sono state frutto di un grande lavoro di squadra e noi abbiamo fatto la nostra parte" aggiunge Riccobono evidenziando che "il lavoro è stato efficacemente supportato dalla Presidenza del Consiglio che, grazie alla nuova governance del settore spaziale, è in grado di agire rapidamente a sostegno delle aziende strategiche italiane". "Di fatto, anche nei momenti più bui dell'emergenza coronavirus italiana, abbiamo continuato a sostenere, in continuo raccordo con la Presidenza del Consiglio, i servizi spaziali europei pur assicurando il massimo della sicurezza sanitari ai tutti i nostri team di tecnici e ingegneri" sottolinea ancora il Responsabile Operazioni di Telespazio e direttore del Fucino.

Al Fucino è stato attivato un "protocollo innovativo" per "garantire sicurezza dei suoi team di lavoratori" e "la continuità di attività spaziali cruciali sia per il sistema Paese che per l'Unione Europea", a cominciare "da un controllo della temperatura all'ingresso della struttura" riferisce Riccobono.

sono stati selezionati due team, ciascuno formato da 11 fra tecnici e ingegneri, che lavorano secondo un protocollo, inventato da noi, e mutuato dal funzionamento dei nostri sistemi tecnologici: abbiamo infatti un sistema di 'backup' che facciamo con apparati e impianti e che entra in funzione quando dobbiamo garantire la sicurezza del sistema e la sicurezza del servizio". Ebbene, racconta l'ingegnere, "ispirandoci a questo meccanismo di replica, di 'duplicazione di un file', abbiano stilato 'regole' di comportamento per chi deve lavorare sui servizi di Galileo". "Abbiamo istituito -riferisce Riccobono- due team di 11 persone ciascuno, i 'Tiger Team', che si alternano fra loro. Undici persone restano 7 giorni h/24 nel centro del Fucino, rispettando distanziamento e isolamento, quindi lontani dal rischio contagio. Ogni lunedì mattina alle 8 c'è il cambio con l'altro team di 11 persone, una sorta di 'replica' per garantire certezza delle attività ". Chi stacca e va a casa, spiega ancora Riccobono, "resta però isolato fra le mura domestiche per non rischiare contagi e che il virus possa entrare nel Centro spaziale". Non solo. "Abbiamo anche una riserva di ulteriori 8 persone pronte a sostituire uno dei 22 dei due team in caso di problemi: fossero solo anche necessità familiari o private".

Nel centro del Fucino, l'Esercito Italiano, "con il IX° Reggimento Alpini dell'Aquila, esperti di emergenze, ha infatti installato all’interno del Centro Spaziale abruzzese del Fucino un campo con sette tende riscaldate che ospitano durante la notte i team che gestiscono le operazioni del Centro di Controllo di Galileo" spiega l'ingegnere. Il campo, "ospita anche le attrezzature necessarie per preparare pasti caldi, naturalmente nel rispetto delle distanze di sicurezza, inoltre il personale militare assicurerà per tutto il periodo dell’emergenza il supporto logistico necessario a garantire il corretto funzionamento della struttura".

E se non si vogliono perdere dati preziosi raccolti nel proprio smartphone il segreto è procedere ad un costante backup del cellulare, per far fronte all'emergenza coronavirus, gli ingegneri del Fucino si sono ispirati a un processo simile al backup degli smartphone. "Il Fucino -spiega Riccobono- è molto ampio, le persone possono anche non incontrarsi, ma oltre a 20 regole, Dpi, mascherine, guanti, disinfestazione continua, dovevamo garantire la continuità assoluta di servizi satellitari strategici che assicuriamo anche alla Commissione Europea". "Di qui -prosegue il manager- ci siamo ispirati ai nostri tradizionali sistemi di backup - di riserva e di replica di informazioni e dati - ed in qualche modo abbiamo applicato la procedura ad due team di volontari che lavorano sui servizi di Galileo".

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