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Centro Studi Confindustria: "Per Italia faticosa risalita"

15 maggio 2020 | 12.34
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Analisi di Congiuntura Flash: "Cruciale credito a imprese". Stima caduta del Pil nel 2020 pari al 9,6%

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Per l'Italia si prospetta una "faticosa risalita dopo il crollo" provocato dall'emergenza coronavirus "con gli investimenti e l'export che soffrono più dei consumi", un percorso nel quale "la ripartenza del credito alle imprese è cruciale". Lo scrive il Centro Studi Confindustria nella analisi di Congiuntura Flash. Quanto alla ripresa il Csc riporta le possibilità - in 'forma di lettera' - della ripartenza. Se alcuni mercati si attendo una ripresa veloce (a V) per l'Italia il Centro studi ricorda come "con la precedente recessione, dal 2011, il profilo del PIL in Italia ha assunto una forma a U molto allargata: alla caduta è seguito un periodo di stagnazione di ben 7 trimestri e solo dopo una risalita dell’attività". Un profilo quasi a 'LI' suggerisce il Csc, con "una brutta L seguita infine da una I".

In generale l'ipotesi di ripresa a U "è diventata prevalente. Il motivo è che molti si attendono che carenza di domanda e aumento dei fallimenti ritarderanno la risalita nel 3° trimestre, forse anche nel 4°, rispetto alla meccanica variazione positiva che deriverebbe dalla riapertura istantanea al 100% di tutte le attività. Sia in caso di V che di U, il braccio destro potrebbe risultare più corto" qquindi con una risalita parziale.

Il Csc stima una caduta del Pil nel 2020 pari al 9,6% (a fine aprile la previsione era -6,0%). Se nel 1° trimestre il PIL ha subito un crollo oltre le attese (-4,7%) nel secondo trimestre il CSC prevede un calo molto più forte (-9,0%) invece nel 3° e 4°, con il 100% di settori aperti, è atteso un parziale recupero, frenato da scorte accumulate e difficoltà di molte imprese,che proseguirà nel 2021 (+5,6%).

Il Csc prevede una caduta senza precedenti degli investimenti (-15,5% contro il -10,6% stimato a marzo), che verrà recuperata solo in parte nel 2021 (+9,1%), pesando sulla crescita futura. Per quanto riguarda i consumi la riapertura graduale di attività commerciali e la maggiore libertà di movimento attenueranno la caduta, a partire da maggio anche se "resterà prudente la gestione dei bilanci familiari" (-14% la spesa nel 1° semestre). Con un recupero nel 2° semestre, il calo nel 2020 stimato dal Csc sarà di -9,9% (seguito da +5,7% nel 2021).

Sul fronte del commercio estero "nello scenario CSC, l’export di beni e servizi crollerà di oltre il 14% nel 2020, recuperando solo in parte nel 2021. La caduta è maggiore di quella del commercio mondiale, per la particolare debolezza di Europa e USA" ma per ilnostro export "la risalita sarà più robusta".

Quanto all'occupazione, il centro studi di Confindustria sottolinea come "l'estensione eccezionale della CIG quest’anno permetterà un forte aggiustamento al ribasso delle ore lavorate e la salvaguardia di posti di lavoro". Di qui una stima di occupazione che in termini di Unità di Lavoro Annue, "seguirà il PIL, con un -7,6% nel 2020 (e +3,5% nel 2021), ma terrà in termini di teste. Il tasso di disoccupazione crescerà meno che altrove, anche per l’aumento degli inattivi (+300mila a marzo, per la difficoltà di compiere azioni di ricerca). Ma faticherà a scendere nel 2021 (11,3%), quando la creazione di posti di lavoro sarà spiazzata dal riallungamento degli orari e più persone cercheranno un impiego".

Per l'inflazione quella totale, "già scesa a zero in aprile, è prevista cadere di poco in negativo (-0,5% nel 2020) ma il deflatore del PIL, però, registrerà una variazione positiva (+0,9% nel 2020), dato il forte calo dei prezzi dell’import, trascinati dal petrolio, mentre i prezzi dell’export si riducono di poco".

Sul fronte dei conti pubblici il Csc segnala come l’indebitamento nel 2020 è previsto 'volare' all’11,1% del PIL (era all'1,6% nel 2019) per via delle misure del Governo per contrastare gli effetti negativi del Covid-19 (4,6 punti) e al crollo del PIL. Nel 2021 il deficit scenderà al 5,6%, scontando anche la disattivazione della clausola di salvaguardia (20,1 miliardi). Il debito/PIL salirà al 159,1% nel 2020, calando a 155,4% nel 2021.

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