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Fase 2, Hannappel (Philip Morris Italia): 'puntare su italianità, sì a mentalità collettiva'

18 maggio 2020 | 18.03
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Marco Hannappel, presidente e AD di Philip Morris Italia
Marco Hannappel, presidente e AD di Philip Morris Italia

Una filiera italiana, radicata sul territorio e sostenuta da una multinazionale che nel Paese dove investe non si limita solo a vendere i prodotti, ma crea coesione grazie a comportamenti responsabili, sostenibili e di attenzione verso il cliente. È questo, secondo Marco Hannappel, presidente e ad di Philip Morris Italia, il sentiero da seguire in futuro e il più importante insegnamento che si può trarre dalla pandemia di Coronavirus. Una pandemia, spiega in una intervista a la Repubblica, da cui l'azienda è uscita non solo mantenendo tutti i posti di lavoro "ma durante il periodo del lockdown abbiamo fatto 106 assunzioni, trasformato 38 contratti a tempo indeterminato e prorogato 159 contratti in scadenza. La dimostrazione che crediamo fortemente nel sistema Italia, non solo a parole”.

Rispettati anche gli accordi commerciali presi in precedenza: “abbiamo confermato a Coldiretti l’acquisto di tabacco fino all’ultimo chilo per quest’anno e l’impegno preso in ottobre: un investimento di 500 milioni di euro fatto non solo per comprare materie prime, ma anche per promuovere la sostenibilità e le buone pratiche agricole. Un contributo notevole, considerando che il nostro Paese è il primo produttore di tabacco in Europa”, spiega ribadendo l'importanza del concetto di filiera, "la parola chiave per il futuro dell’Italia."

"Serve fare sistema, avere una mentalità collettiva. La filiera è una catena che, se interrotta anche in una sola sua parte, mette in crisi tutte le altre. Per questo sarà fondamentale puntare sull’italianità, senza portare parti di produzione all’estero, e premiare le aziende che guardano al territorio come a un giardino da far fiorire, e non a un luogo dove vendere e basta",aggiunge.

E tornando a parlare di Coronavirus Hannappel ricorda come "la prima sfida, all’inizio del diffondersi del contagio, è stata quella di garantire la sicurezza dei lavoratori" a cominciare dal lavoro da remoto su cui il gruppo aveva già fatto esperienza precedentemente. Un’attenzione verso la salute dei dipendenti che Philip Morris ha riservato anche al di fuori dell’orario di lavoro.“Abbiamo fornito mascherine a tutti i nostri dipendenti. Ne stiamo distribuendo un altro mezzo milione a coltivatori, trasformatori e tabaccai. Per questi ultimi abbiamo messo a disposizione anche duemila divisori in plexiglass”.

Sicurezza su cui Philip Morris non abbasserà la guardia neanche nei prossimi mesi.“Assolutamente no. Le linee guida che abbiamo seguito in queste settimane saranno ancora più dettagliate. Grazie alla consulenza scientifica svolta dal professor Burioni con la società Lifenet, stiamo mettendo a punto protocolli stringenti per tutte le linee di business, dalla fabbrica ai punti vendita all’interno dei centri commerciali. Al momento, per i dipendenti che possono usufruirne, proseguiamo con lo smart working per tutelare madri e padri con figli a casa. In attesa che l’andamento del contagio consenta il ritorno alla normalità, è fondamentale garantire la libertà di scegliere la modalità di lavoro”.

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