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Pa, Dadone: "In uffici smart working al 40%"

20 maggio 2020 | 08.16
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

"Vorrei mantenere tra il 30 e il 40 per cento dei dipendenti pubblici in smartworking anche nel post-Covid. Abbandoniamo il feticcio del cartellino, le polemiche sui furbetti, e iniziamo a far lavorare per obiettivi, con scadenze giornaliere, settimanali, mensili". Così la ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone in un'intervista a 'La Stampa' parla del futuro della P.a. che immagina "più flessibile, dinamica, digitalizzata" e poi della stabilizzazione dello smart working.

"Non si tradurrà solo in un 'lavorare da casa', ci saranno anche delle postazioni di co-working - spiega - E servirà un cambio di mentalità, nella formazione del personale e nel ruolo dei dirigenti. Chi lavorerà in smart-working e per quanto tempo lo decideranno in autonomia le diverse amministrazioni". "Credo che questa pandemia abbia portato i nodi al pettine. È vero, ci sono state in passato delle sacche di resistenza all’interno della Pa, ma oggi è fondamentale che gli alti dirigenti di Stato rinuncino a un pezzo del loro potere e accompagnino la macchina amministrativa verso una trasformazione che non è più rinviabile sottolinea". Lo strumento per iniziare è "la digitalizzazione - afferma Dadone - Abbiamo già agevolato l’acquisto di tecnologia da parte della Pa. Ora dobbiamo permettere alle diverse banche dati delle nostre istituzioni di parlarsi, come abbiamo previsto nel decreto Rilancio, in modo che un’informazione data ad un ente pubblico sia poi a disposizione di tutti gli altri. Ma anche qui, sarà fondamentale che amministrazioni e ministeri siano meno gelosi delle loro informazioni".

Proprio sul decreto Semplificazione, la ministra afferma: "Credo che entro la fine di giugno riusciremo a portare il decreto in Consiglio dei ministri. È un lavoro che va avanti da tempo, ma è necessario renderlo organico, dargli una direzione univoca, altrimenti non funzionerà". Quanto infine alle polemiche per i ritardi della pubblica amministrazione nell’erogazione della cassa integrazione e di altri sussidi, Dadone conclude: "Ci sono stati degli intoppi e non mi illudo che la Pa sia perfetta, ma il personale pubblico in queste settimane di emergenza ha sempre continuato a lavorare, da remoto, cercando di garantire il servizio. Poi siamo intervenuti con il decreto Rilancio, prevedendo l’arrivo di benefici economici con una semplice autocertificazione".

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