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Savona (Consob): "Italia non è cicala, lanciare bond perpetui'

16 giugno 2020 | 13.18
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Savona (Consob):

Per far affluire risorse verso il capitale produttivo e non indebitare eccessivamente le imprese occorre emettere obbligazioni pubbliche irredimibili, ossia bond perpetui, e agevolare la formazione di capitale di rischio in sostituzione dell’indebitamento. E' quanto propone il presidente della Consob, Paolo Savona, nel suo discorso in occasione dell'incontro annuale con il mercato finanziario, trasmesso in streaming per l'emergenza coronavirus. Savona ha suggerito l'emissione di "obbligazioni pubbliche irredimibili (consols), strumento tipico delle fasi belliche, alle quali la vicenda sanitaria è stata sovente paragonata. Esse potrebbero riconoscere un tasso dell’interesse, esonerato fiscalmente, pari al massimo dell’inflazione del 2% che la Bce si è impegnata a non superare nel medio termine".

La sottoscrizione di obbligazioni irredimibili, ha spiegato Savona, "sarebbe ovviamente volontaria e l’offerta quantitativamente aperta". E se i cittadini italiani non sottoscrivessero questi titoli, "concorrerebbero a determinare decisioni che, ignorando gli effetti di lungo periodo di un maggiore indebitamento pubblico, creerebbero le condizioni per una maggiore imposizione fiscale". Emettere titoli irredimibili "sarebbe quindi una scelta dai contenuti democratici più significativi perché, se sottoscritti, limiterebbero i rischi per il futuro del Paese e, di conseguenza, gli oneri sulle generazioni future, quelle già in formazione e quelle che verranno".

Savona ha sottolinea nel suo intervento che l'Italia "non rappresenta un problema finanziario per il resto dell’Europa e del mondo, ma una risorsa di risparmio a cui l’estero attinge in diverse forme per la sua crescita". Gli italiani "sono tutt’altro che cicale, come una distorta pubblicistica tende a sostenere, mentre sono formiche che lavorano per sostenere molte cicale estere, anche quelle di paesi che hanno un ben differente rilievo economico, come il Canada, gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Belgio, la Francia e la gran parte dei paesi sudamericani".

Per rilanciare il Paese ora occorre "agevolare la formazione di capitale di rischio in sostituzione dell’indebitamento". In questo modo lo Stato "spenderebbe certamente meno di quanto non faccia erogando sussidi a fondo perduto, compresi quelli destinati a imprese che non hanno possibilità di sopravvivenza, responsabilizzerebbe inoltre gli imprenditori a ben usare il risparmio ottenuto, limitando l’azzardo morale".

Un esperimento, secondo il presidente della Consob, "potrebbe essere immediatamente avviato partendo dalle 22.058 medie imprese, dando iniziale preferenza alle 10.838 già esportatrici e a quelle che intendono diventarlo presentando piani credibili. Lo Stato potrebbe agevolare la formazione di loro capitale proprio da parte di investitori, anche non istituzionali, per favorire l’azionariato popolare come richiesto dalla Costituzione, garantendo un ammontare medio unitario di 1 milione di euro. Una volta raggiunto l’obiettivo, l’onere oscillerebbe da un minimo di 11 miliardi di euro a un massimo di 22, che si immetterebbero immediatamente nel circuito produttivo, con effetti positivi sulla leva finanziaria".

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