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Spazio, meteo ferma ancora Vega ma si riprova stanotte

28 giugno 2020 | 07.33
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Arianespace, "fatte salve le condizioni meteorologiche favorevoli", prevede già un nuovo tentativo alle 03,51 di lunedì 29 (ora italiana)

Vega VV16 su rampa lancio (Foto dal sito di AVIO)
Vega VV16 su rampa lancio (Foto dal sito di AVIO)

(di Andreana d'Aquino)-

Il meteo ferma ancora una volta il lancio del Vega. Le condizioni del vento in quota sopra il centro spaziale di Kourou, nella Guyana francese, "sono rimaste sfavorevoli" tanto che Arianespace "ha deciso di non iniziare le operazioni cronologiche finali del lancio VV16 (Vega Flight n° 16)". Il primo volo del 2020 del lanciatore europeo a concezione tutta italiana era infatti nuovamente previsto all'alba di oggi, domenica 27 giugno, alle 03,51 ora italiana. Arianespace ha annunciato che sempre "fatte salve le condizioni meteorologiche favorevoli, un altro tentativo verrà effettuato domenica 28 giugno 2020" , alle 22,51 ora locale, quando in Italia saranno le 03,51 dell'alba di lunedì 29 giugno. "Il lanciatore Vega e i 53 satelliti a bordo sono in una configurazione stabilizzata e in totale sicurezza" ha assicurato la società che ha il suo quartier generale a Evry, in Francia, alle porte di Parigi.

Per il Vega, lanciatore dell'Agenzia Spaziale Europea di 30 metri di altezza, quello di stamattina all'alba, (quando a Kourou erano le 22,51 di sabato 27 giugno) è stato un ulteriore stop, il terzo. A fermare il lanciatore europeo a concezione interamente italiana è stato ancora il temibile vento in quota sopra Kourou che a veva lasciato il vettore sulla rampa già il 19 giugno scorso. Ma il lancio aveva subito il primo slittamento già a marzo scorso a causa della pandemia di Covid-19 che aveva messo in lockdown la base della Guyana francese, a 500 chilometri a Nord dell'equatore. Questo sedicesimo volo di Vega rappresenta infatti la ripartenza dei lanci spaziali dopo la crisi dettata dal nuovo coronavirus che ha congelato la partenza del lanciatore costruito al 70% dall'italiana Avio a Colleferro, alle porte di Roma.

Dunque, ancora fiato sospeso per la maxi squadra dell'azienda italiana guidata da Giulio Ranzo che conta 900 addetti fra l'impianto di Colleferro e le altre 4 sedi fra Italia e Francia. Fiato sospeso anche per la squadra di Leonardo che ha portato al 28% la sua partecipazione in Avio. Vegaè un lanciatore da record ed ha al suo attivo 14 lanci di fila di successo ed un solo volo fallito, il volo numero 15. Dunque questo nuovo appuntamento con lo spazio del lanciatore segna una doppia ripartenza. La missione che Vega si appresta a portare in orbita è inoltre davvero speciale perché rappresenta l’esordio del primo 'car-share' spaziale. Il sistema di distribuzione di satelliti dell’Esa, Small Spacecraft Mission Service (Ssms), è un dispenser che consente infatti di mettere in orbita 53 tra nano, micro e minisatelliti - satelliti del peso da 1 chilo e fino a 400 chili - a beneficio di 21 clienti di 13 Paesi. Un nuovo strumento, jha osservato l'Asi, "che consentirà di moltiplicare la capacità di lancio di Vega".

La realizzazione della piattaforma Ssms, spiega l'Asi, è il risultato di una collaborazione tra società italiane e della Repubblica Ceca che vede l’Italia come capofila. Sostanziosa la parte del carico utile che vede coinvolta l’Italia che, con l’Agenzia Spaziale Italiana, porterà in orbita un cubesat Dido-3 contenente un laboratorio per esperimenti in microgravità a controllo remoto, frutto di un accordo internazionale tra Asi, Agenzia Spaziale Israeliana (Isa), Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci) e Ministero della Scienza e Tecnologia (Most). A bordo di Dido-3 quattro esperimenti congiunti italo-israeliani nei settori della ricerca biologica e farmacologica – controllati da terra attraverso un’applicazione mobile - che vedono, per la parte italiana, il coinvolgimento dell’Università Federico II di Napoli, dell’Università di Roma 3, dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’Università di Bologna. Tra i piccoli satelliti che saranno messi in orbita anche un altro contributo italiano: Ion CubeSat Carrier (In Orbit Now) – sviluppato dalla società D-Orbit - si tratta di un vero e proprio satellite, di ingombro ridotto e del peso di circa 150 chili di massa complessiva, che ha la funzione di trasportatore di cubesats.

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