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Federalberghi: "Quarantena? Mancheranno i turisti che spendono"

01 luglio 2020 | 10.15
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Così Bernabò Bocca sull'obbligo della quarantena per chi proviene dai Paesi extra-Schengen: "La sicurezza sanitaria è la priorità, ma per noi è una mazzata"

(Fotogramma)
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"Mancheranno turisti con alta capacità di spesa. Come Federalberghi non entriamo nel merito della decisione, perché la sicurezza sanitaria è la priorità, ma per noi è una mazzata". Lo afferma in un'intervista a Repubblica il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, in merito all'obbligo della quarantena per chi proviene dai Paesi extra-Schengen, sottolineando che "il turismo non va misurato in presenze, ma in fatturato e mancheranno visitatori che durante il loro soggiorno spendono tanto".

"Gli statunitensi sarebbero stati una boccata d'ossigeno per le città d'arte - spiega Bocca -, destinazioni come Capri senza i brasiliani perderanno la maggior parte dei loro clienti, e le località balneari non avranno ospiti capaci di spendere tanto quanto i russi. Gli italiani non spendono quanto gli stranieri. Anche noi, quando andiamo all'estero, ci trattiamo meglio di quanto facciamo di norma. Calcoliamo che se le presenze di italiani saranno il 50%, le entrate ammonteranno però al 40%. E poi non si tratta soltanto di quanto incasseranno gli hotel, le abitudini di spesa degli stranieri incidono di più sull'indotto".

"Aspettiamo di capire se chi arriva dalla Gran Bretagna dovrà fare la quarantena oppure no - continua Bocca -. Ospiti dalla Germania e dall'Inghilterra potrebbero essere un'àncora di salvezza per le città d'arte. Ma in ogni caso, quando il turismo ricco arriva in Italia ne beneficiano tutti, perché i russi che vanno a Forte dei Marmi visitano anche Firenze". Quanto a ipotetiche quarantene in hotel, sono "impossibili per legge, va fatta in strutture apposite. Proprio io, nel mio hotel di Firenze, ho dovuto rifiutare una prenotazione per una suite per 20 giorni a un cliente americano".

In ogni caso la stagione secondo Bocca sarà compromessa, dato che "il 30% delle strutture non riaprirà. Per questo chiediamo al governo di aiutare chi lo farà, e che quindi non usufruirà della cassa integrazione, con sgravi sul costo del lavoro. Anche chi non aprirà va sostenuto con il credito d'imposta sui lavori di rinnovamento. Soltanto così - conclude - arriveremo pronti alla stagione 2021. Che sarà bellissima, ne sono certo".

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