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Crisi bar e ristoranti, fatturati dimezzati per 1 su 3

04 luglio 2020 | 09.17
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Smartworking e crollo turismo travolgono i servizi. Due imprese su 10 temono chiusura

(Afp)
(Afp)

Smartworking e crollo del turismo travolgono bar e ristoranti: gli 11 milioni di turisti che mancano all'appello e l'1,6 milioni di lavoratori da 'casa', 500mila solo a Roma, fa crollare il fatturato delle attività: un’impresa su tre registra un calo di oltre la metà del fatturato, e il 21,8%, oltre due attività su dieci, temono la chiusura. Se la situazione dovesse continuare, l’87,5% delle imprese valuterà di ridurre i dipendenti definitivamente. È quanto emerge da un sondaggio condotto tra circa 300 imprese associate a Fiepet, la federazione italiana dei pubblici esercizi aderente a Confesercenti.

Lo svuotamento delle città, d'altra parte, annotano ancora Fieper e Conesercenti, è impressionante: quest’estate mancheranno all’appello, oltre ai circa 11 milioni di turisti stranieri, almeno 1,6 milioni di dipendenti pubblici in smartworking. Un fenomeno evidente soprattutto nelle grandi città: i lavoratori agili a Roma sono quasi mezzo milione, a Milano circa 269mila. "Un quadro che per le imprese è al limite della sostenibilità: se la situazione non dovesse stabilizzarsi al più presto, il 62,1% delle imprese teme di dover rinunciare all’attività."

“La situazione è critica: le attività non possono durare a lungo in questo stato”, commenta Giancarlo Banchieri, Presidente di Fiepet Confesercenti. “È urgente trovare delle soluzioni. In primo luogo, dobbiamo rinforzare e prolungare le misure di sostegno per le imprese e per i lavoratori: il periodo di cassa integrazione sta per finire, e se la fase critica continuerà molti imprenditori saranno costretti a ridurre il numero dei dipendenti. La nostra proposta è di estendere anche alle attività di somministrazione gli sgravi contributivi già previsti per il turismo agli imprenditori che riassumono i dipendenti in cassa integrazione. Così si sostiene chi riapre e lo Stato avrà meno persone in cassa integrazione”.

“La fase del sostegno, però, non può durare per sempre: bisogna dare un orizzonte alle imprese e programmare la transizione. Se per i flussi turistici il futuro è incerto, è invece possibile ed opportuno definire in maniera chiara tempi e modi dello smartworking, nel rispetto delle normative di sicurezza: il lavoro agile è una rivoluzione che avrà un impatto duraturo sui lavoratori, sulle città e sulla struttura stessa dell’economia, e deve essere gestita", conclude.

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