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Meno ore di lavoro ma stesso stipendio, allo studio misura 'crea-occupazione'

26 agosto 2020 | 17.33
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E' una delle ipotesi alle quali lavorano la maggioranza e il governo per il pacchetto da inserire nella Legge di Bilancio

(Fotogramma)
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Lavorare meno, a parità di stipendio, per aprire margini a nuove assunzioni con il sostegno dei fondi Ue. E' questa, a quanto apprende l'Adnkronos, una delle ipotesi alle quali lavorano la maggioranza e il governo per il pacchetto Lavoro da inserire nella Legge di Bilancio.

Nelle opzioni allo studio la misura 'crea-occupazione' prevede una riduzione delle ore di lavoro garantendo salario invariato con l'ausilio dei fondi europei del programma anti-disoccupazione Sure con l'obiettivo di liberare spazi per nuove assunzioni. Una misura in esame anche in Francia e Germania essendo 'sponsorizzata' dallo stesso programma Ue. Facendo seguito alla richiesta di assistenza finanziaria di uno Stato membro, la Commissione Ue verificherebbe la portata dell'aumento della spesa pubblica direttamente connesso all'istituzione o all'estensione di regimi di riduzione dell'orario lavorativo. In base al programma si possono prevedere misure analoghe anche per i lavoratori autonomi.

Nel caso dell'Italia, se il progetto prendesse corpo, rientrerebbe in una strategia più ampia fatta di altri interventi complementari: innanzitutto rendendo strutturali le decontribuzioni per incentivare le assunzioni. Nel ventaglio delle misure per risollevare il mercato del lavoro dalla crisi innescata dal Covid anche una riforma degli ammortizzatori sociali per creare uno strumento organico, unico. Il tutto andrebbe in un collegato alla Legge di Bilancio da approvare entro metà ottobre in Consiglio dei ministri insieme, possibilmente, al Recovery plan nazionale.

Sulla necessità di uno strumento organico unico per il lavoro e la formazione ha posto ieri l'accento il vice ministro dell'Economia Laura Castelli sulla scia dell'allarme di Unioncamere sul turnover di 2,5 mln di lavoratori nei prossimi 5 anni. Tra le opzioni sul tavolo anche un rafforzamento di strumenti di solidarietà espansiva, introdotti già in passato nel dl crescita.

Strumenti - soprattuto gli ammortizzatori - che hanno permesso di affrontare l'emergenza ma che oggi vanno riformati, secondo il governo, rendendoli più semplici, rapidi ed efficaci.

Con il dl agosto il governo ha chiuso il ventaglio dei decreti per gestire l'emergenza economica e lavora ai prossimi passi. C'è attesa, entro fine settembre arriverà la Nota di aggiornamento al Def, con le nuove stime su pil e conti pubblici sotto l'impatto del coronavirus.

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