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Ex Ilva in sciopero giovedì

21 settembre 2020 | 14.37
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I sindacati: "Fabbrica insicura". E i lavoratori si danno appuntamento a Roma

Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

"La fabbrica è insicura. Sono oramai pesantissime ed inaccettabili le ricadute determinatesi attorno alla vertenza Arcelor Mittal, dove multinazionale e Governo hanno deciso ciò che questo territorio non merita: ovvero di non decidere". Su queste basi Fim Fiom Uilm e Usb di Taranto motivano lo sciopero di 24 ore del 24 settembre prossimo dai lavoratori del sito di ArcelorMittall di Taranto ma anche di quelli dell'appalto e di Ilva in amministrazione straordinaria.

E i lavoratori ex Ilva di Taranto si danno appuntamento a Roma: i sindacati infatti assieme allo sciopero di giovedì prossimo hanno organizzato un presidio presso la portineria 'C' della fabbrica "per non con consentire la commercializzazione dei prodotti all’ingresso e all’uscita del valico" e, contestualmente un presidio davanti a Palazzo Chigi sempre per il 24 settembre. I sindacati hanno chiesto una convocazione immediata anche al Prefetto di Taranto.

"La condizione di abbandono ed insicurezza degli impianti e dei lavoratori sono divenute tali da non poter permettere ulteriori considerazioni di circostanza sulla profonda lacerazione di un sistema che, ad ogni ora che trascorre, fa tremare e mette a serio rischio l’incolumità delle persone. Inoltre, nessuna considerazione può essere formulata per quanto attiene le ricadute in termini ambientali, vista la parziale o in alcuni casi totale applicazione della messa in sicurezza degli impianti, che questo protratto stato di cose, nei fatti, tiene sotto scacco un territorio e una cittadinanza devasta", spiegano unitariamente Fim Fiom Uilm e Usb che ancora non hanno ricevuto alcuna risposta dalla lettera del 18 settembre scorso.

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