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Descalzi: "Con Recovery possibile accelerare decarbonizzazione"

29 settembre 2020 | 11.34
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L'ad di Eni: "Contiamo di catturare più di 6 milioni di tonnellate l'anno di CO2"

Claudio Descalzi (Fotogramma)
Claudio Descalzi (Fotogramma)

"Il Recovery è una opportunità incredibile che porterà occupazione e formazione" e "metterà in moto un grande macchina per il cambiamento": in particolare sulla decarbonizzazione il "Recovery ci permetterà di accelerare" i progetti e "catturare molta più CO2". Lo afferma l'ad di Eni Claudio Descalzi, parlando all'Italian Energy Summit, organizzato dal Sole 24Ore, affermando che "contiamo in 5-6 anni di catturare più di 6 milioni di tonnellate l'anno di CO2". L'apporto che Eni può dare sono progetti che arrivano dallo sviluppo e dalla ricerca sviluppati con le università negli ultimi sei anni, tutti progetti di trasformazione del nostro business" ha ricordato Descalzi citando i "progetti sulle microalghe o sulla mineralizzazione". Tuttavia - ha concluso - in materia di decarbonizzazione "avere dei progetti non è sufficiente" ma serve "pragmatismo e velocità".

Per cogliere a pieno l’opportunità data dal Recovery Fund “serve essere pragmatici, riuscire a mettere insieme i progetti in modo consistente e venderli all’Europa- ha detto ancora Descalzi -, che decide poi chi far passare. C'è una competizione, perché le risorse sono infinite e serve pragmatismo, velocità, non girare intorno alle cose ma decidere cosa fare e farlo in modo concreto".

"Serve competenza per fare selezione - ha sottolineato Descalzi - serve competenza e capacità di realizzazione per riuscire a investire i 191 miliardi, che sono il tesoretto a disposizione dell’Italia. Serve soprattutto un grosso coordinamento tra le aziende che dovranno realizzare queste opere e il pubblico che rappresenterà i progetti".

"Ci saranno progetti di pubblico e privato - ha rimarcato Descalzi -. Chiaramente parlo di progetti del privato che dovranno essere presentati alle nostre istituzioni, quindi ci vuole una grande collaborazione, intesa e confronto con le istituzioni per poter rappresentare al meglio e farci vincere in Europa, perché non siamo gli unici a proporre progetti. Io parlo nel campo energetico, c’è grande una competizione che dobbiamo vincere. Poi il passo importante è essere capaci, in modo pragmatico, di spendere questi soldi".

Il ceo di Eni ha quindi ricordato che "solo per i progetti che noi abbiamo presentato nei 4-6 anni si sviluppa una mole di lavoro incredibile. Solo per la parte progettuale sono 70-80mila posti di lavoro per questa durata e poi ci sono altri posti per il mantenimento dei progetti. Si può mettere in moto una macchina del cambiamento". Il Recovery Fund, per Descalzi, “è una grandissima opportunità, dobbiamo essere consapevoli e non inciampare in inezie quando l’obiettivo è così importante e grande".

Le priorità, per Descalzi “vengono tutte dallo sviluppo tecnologico, ricerca scientifica, collaborazione con le università - ha sottolineato -. Abbiamo già realizzato molto, la parte dei biocarburanti e parte di rinnovabili, progetti legati all’energia da moto ondoso. Ieri abbiamo iniziato un laboratorio di ricerca con l'università di Torino, abbiamo già fatto molto, sono progetti legati alla trasformazione del nostro business oil and gas che diventerà un business legato prima alla ripulitura della CO2 del nostro gas e poi legato a fonti non più fossili".

Quindi, ha concluso, "c’è una transizione e un progetto futuro slegato dagli idrocarburi. Sono progetti maturi, che stiamo realizzando e il Recovery Fund ci aiuta ad accelerarli e uscire da questo momento di stasi per l’oil and gas a livello di Borsa, business, domanda e aggregazione anche dell’offerta". Il Recovery Fund, per Descalzi, permette di "riuscire a prendere una strada nuova, per noi è una grossissima opportunità". Senza, "faremmo comunque" i progetti "ma in tempi diversi da quelli di poter disporre di fondi che ci permettono di andare velocemente su una nuova strada".

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