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Prandini (Coldiretti): "Limiti su aiuti di Stato bloccano progetti strategici aziende"

03 ottobre 2020 | 15.37
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Ettore Prandini,  presidente Coldiretti
Ettore Prandini, presidente Coldiretti

(di Cristina Armeni) - La regola che pone limiti di spesa agli aiuti di Stato per il sostegno al reddito o per le difficoltà di carattere economico che le aziende hanno vissuto a causa del covid, introdotta nel Recovery Fund, va modificata. E' quanto sollecita il presidente di Coldiretti Ettore Prandini in un'intervista all'Adnkronos. Questa regola infatti pone due limiti in termini di intervento ovvero, una spesa massima di 100 mila euro per le piccole e medie imprese e 800 mila euro per le grandi imprese. "Se non viene modificata - spiega - le aziende che presenteranno progetti strategici o che partecipano a progetti pubblico-privato non potranno avere un sostegno di carattere economico perché avere un contributo massimo di 100 mila euro è ridicolo per interventi vitali per il Paese".

Del resto, argomenta Prandini, tutti gli interventi attuati dalle aziende che hanno acquistato mascherine o hanno fatto sanificazioni hanno già beneficiato di risorse che incidono come aiuti Stato nei vari decreti messi in campo dal governo, sotto forma di decontribuzioni fiscali, e quindi il plafond è stato già consumato. "E' un tema che è stato totalmente ignorata dai vari ministeri ma oggi è un punto che va risolto a livello europeo, e non sarà semplice, perché è stata voluta dai Paesi frugali che hanno fatto di tutto per metterci in condizione di non poter spendere le risorse". Prandini riferisce di aver incontrato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte una decina di giorni fa per esprimere tali problematiche e preoccupazioni delle imprese che "ha colto immediatamente - afferma - e sono convinto che negli incontri a Bruxelles questo sia uno dei problemi che il Premier sta ponendo".

Il presidente Prandini entra nel merito dei progetti strategici che la Coldiretti intende portare avanti grazie alle risorse del Recovery Fund, si va dai boschi urbani a una migliore gestione dell'acqua piovano con nuovi bacini idrici. "Un grande progetto, strategico per il Paese e non solo per l'agricoltura, riguarda i bacini di accumulo dell'acqua piovana che oggi riescono a trattenerne solo il 10% ma con nuovi bacini si punterà a trattenerne il 40 - 45%. Questo porterà da un lato alla produzione di energia rinnovabile, a nuove forme di accumulo energetico (batterie) e dall'altro, con le irrigazioni, ad aumentare la capacità produttiva del comparto agroalimentare. La sfida è arrivare ad essere autosufficienti nelle produzioni".

Un altro progetto in chiave green riguarda la forestazione. "L'obiettivo è piantare 50 milioni di piante nell'arco di 5 anni. Ci stiamo lavorando sia con il ministero dell'Ambente che dell'Agricoltura e ha riveste due aspetti: creare nelle città metropolitane boschi urbani ornamentali, con piante autoctone, per sottrarre C02 e catturare poveri sottili, inoltre, sviluppare alberature e cespugli nelle aree interne e rurali come forma di mitigazione agli allevamenti zootecnici. Insomma, vorremmo dare un'immagine ancora più bella del nostro territorio ai cittadini e ai turisti". Tra gli altri, "un grande progetto per il rilancio della zootecnia del futuro legato al green, alla digitalizzazione e al benessere animale".

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