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Esperto Almaviva: "Influencer per rendere Immuni virale tra i giovani"

10 ottobre 2020 | 17.43
LETTURA: 4 minuti

Il tecnologo Alessandro Mantelli all'Adnkronos: "Ragazzi nativi digitali ma usano App di concezione diversa: con like e premialità"

Team Soluzioni Innovative di Almaviva (Foto Almaviva)
Team Soluzioni Innovative di Almaviva (Foto Almaviva)

di Andreana d'Aquino

Nella nuova impennata di contagi da coronavirus, l'app Immuni registra un balzo record di +1,4 milioni di download in questa ultima settimana approdando, ad oggi, nei cellulari di 8,14 milioni di italiani, pari al 15% della popolazione maggiore di 14 anni. E l'auspicio è che Immuni - che garantisce il totale anonimato di chi la scarica - diventi sempre più "virale" anche fra giovani e giovanissimi come altre app, videogiochi o Social. Ma perché questo strumento funzioni anche con i ragazzi nella lotta al Covid-19 "a diffonderlo dovrebbero essere gli influencer digitali", indica Alessandro Mantelli, Cto Soluzioni Innovative di Almaviva, conversando con l'Adnkronos. Esperto di tecnologie emergenti, Intelligenza Artificiale, Mobile App Blockchain e IoT, Mantelli sottolinea il grande studio fatto nel progetto Immuni sul fronte della "sostenibilità energetica", della "privacy" e della "sicurezza dei dati", ed evidenzia l'importanza "dell'interoperabilità fra le varie app di tracciamento europee" per frenare - a più ampio raggio - gli effetti del Sars-Cov2. Anche per questo, osserva, Immuni si potrebbe veicolare ai giovani utilizzando "canali digitali internazionali", quei "canali di comunicazione già aperti verso i ragazzi come Tik Tok o Instagram", canali dove hanno un ruolo "gli influencer digitali".

"La discussione su come raggiungere con Immuni giovani e giovanissimi è aperta" per portare i download dell'app di tracciamento "a cifre sempre più consistenti" conferma l'esperto di Almaviva. Ingegnere gestionale, 47 anni, un figlio di 12 anni, Mantelli argomenta che se "è vero che i ragazzi sono nativi digitali, ragionano però sulla tecnologia con meccanismi un po' differenti da quelli degli adulti: le App che scaricano sui loro smartphone hanno una concezione tecnica diversa da Immuni". Quando questa applicazione "è stata progettata, ha infatti avuto l'esigenza di essere assolutamente trasparente mentre altre app o social, pensiamo a Instagram o a Tik Tok o App ispirate alla gamification, sono molto invasive e creano interazioni forti con i ragazzi introducendo anche elementi di premialità, 'medaglie digitali'", come ad esempio i famosi 'like' che appagano i ragazzi e li fanno diventare anche popolari. Dunque, è il ragionamento che fa Mantelli, per avvicinare i giovani all'uso dell'App Immuni anche "la scuola sarebbe un elemento importante". Ed il tecnologo di Almaviva non esclude la creazione di un ponte "fra generazioni" ed un ruolo di "supporto sociale" dei 'junior' italiani verso i 'senior' meno digitali. Riuscire a veicolare l'importanza dell'app Immuni fra gli studenti, "non raggiungerà tutti i ragazzi ma una comunicazione strutturata nella scuola ci porterebbe ad una percentuale estremamente più alta, ad un numero importante di download". "Se c'è da modificare l'uso dell'App Immuni sullo scenario attuale, io guarderei alla scuola, ad un accordo fra insegnanti e genitori per spiegare ai ragazzi uso e obiettivi di Immuni" aggiunge.

Altra strada, secondo Mantelli, è poi quella di entrare direttamente nella cultura e nei linguaggi dei ragazzi e "allora bisogna usare gli influencer, usare app che i ragazzi utilizzano frequentemente e da quei canali dare l'informazione di scaricare Immuni". "Se io porto dei video e dei contenuti su Tik Tok, Instagram o altri canali digitali, di fatto l'informazione diventa valore per i giovanissimi" senza "escludere il tema scuola" ribadisce. "E' evidente che la complementarità fra i due canali - moderni influencer e mondo della scuola - può farci raggiungere numeri importanti di ragazzi: in questo modo avremo usato assolutamente i canali più massivi" sottolinea ancora. "Oggi l'elemento fondamentale è spezzare la catena di contagi" e la tecnologia di Immuni nasce "legata allo smartphone" proprio perché è "il dispositivo più diffuso" e con un'app basata "su una tecnologia che garantisce il massimo della sicurezza e della privacy". "Se ci fidiamo di Apple e Google" che hanno integrato nei loro sistemi il tracciamento dei contatti, "e se ci fidiamo del Servizio Sanitario Nazionale che gestisce Immuni, allora ci fidiamo anche di questa App" scandisce Mantelli. Che allunga la visione: "Attualmente lo smartphone lo usano tutti ma ci sono adulti o anziani che hanno ancora difficoltà ad utilizzare questi dispositivi e necessitano di un aiuto. Se i giovani diventano questo aiuto, questo supporto abbiamo raggiunto anche un avvicinamento fra generazioni" abbiamo raggiunto "una trasformazione dell'attività sociale dei ragazzi". "Potremmo arrivare -spinge a riflettere il tecnologo di Almaviva- anche ad un 'esperimento sociale': per sfruttare in maniera diversa le attuali tecnologie digitali".

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