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Allarme trasporto locale, cosa accadrebbe con mezzi pieni al 50%

13 ottobre 2020 | 13.47
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Allarme trasporto locale, cosa accadrebbe con mezzi pieni al 50%. Immunologa Viola: "Dpcm non risolve caos trasporti"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

In presenza di una riduzione ulteriore del valore del coefficiente di riempimento dei mezzi attualmente consentito (80%) risulterebbe difficile per gli operatori del Tpl continuare a conciliare il rispetto dei protocolli anti covid-19 e garantire allo stesso tempo il diritto alla mobilità per diverse centinaia di migliaia di utenti ogni giorno, con il conseguente rischio di fenomeni di assembramento alle fermate e alle stazioni. Lo riporta un report del centro studi di Asstra - Associazione Trasporti.

Solo nelle ore di punta mattutine si rischierebbe infatti di non poter soddisfare da oltre 91ila (ipotesi capienza massima consentita al 75%) a circa 550mila spostamenti ogni giorno (scenario al 50%), arrecando un notevole disservizio quotidiano all’utenza. Esprimendo tale dato in termini di singola persona, significherebbe ad esempio, nell’ipotesi di riduzione al 50% della capienza massima consentita, impedire a circa 275mila persone al giorno di beneficiare del servizio di trasporto sia per motivi di studio che di lavoro.

Ipotizzando che l’utenza trasferisca le proprie abitudini di mobilità dal mezzo pubblico all’autovettura - secondo lo studio di Asstra - una riduzione della capienza massima nei mezzi di trasporto potrebbe generare da oltre 42mila a oltre 250mila spostamenti in auto in più ogni giorno solo nelle ore di punta mattutine. Inevitabili sarebbero le ripercussioni negative in termini emissioni inquinanti, soprattutto nei grandi centri urbani, ed emissioni climalteranti, senza considerare gli effetti sulla congestione stradale derivanti da un maggiore utilizzo del suolo e sul tasso di incidentalità.

L’autovettura, rispetto ad un autobus, emette per passeggero km maggiori emissioni di Co per un valore pari +1.741%, oltre che il +57,1% di Pm10 ed il +42,1% di Pm2,5. Per quanto riguarda la Co2, in Italia un’auto emette in media in città oltre 3 volte di anidride carbonica rispetto ad un autobus, con un valore pari al +213,6%.

Ogni giorno, in epoca pre-covid, circa 16 milioni di viaggi ogni giorno venivano soddisfatti utilizzando i servizi di trasporto pubblico locale. Le indagini del centro studi di Asstra hanno evidenziato che in questa fase, conseguente alla riapertura delle attività didattiche del mese di settembre, le frequentazioni dei mezzi pubblici non hanno ancora recuperato i livelli ordinari. Le riduzioni variano da un -50% ad un -60% rispetto allo stesso periodo della precedente annualità con perdite per circa 8 milioni di viaggi al giorno.

Le indagini svolte da Asstra presso gli operatori del trasporto pubblico locale hanno evidenziato che anche nelle ore di punta mattutine e pomeridiane, momenti della giornata in cui avviene la maggior concertazione di passeggeri a bordo dei mezzi, sono stati rispettati i limiti alla capienza dell’80% stabiliti dal Dpcm 7 settembre 2020.

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