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Dpcm, agriturismi chiusi a cena? Cibo a casa 'ricetta' di agrichef

28 ottobre 2020 | 18.02
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"Fatturati più che dimezzati nelle fattorie da nord a sud"

gli agrichef della Cia
gli agrichef della Cia

Non solo i ristoranti ma anche gli agriturismi sono soggetti alle chiusure anticipate alle 18, tranne per chi vi soggiorna ma mancano i turisti. E allora che fare per non chiudere l'attività di vendita e di somministrazione? Le iniziative sono arie, dall'e-commerce alla consegna 'porta a porta' di prodotti e pasti preparati, secondo le ricette tradizionali. Protagonisti gli agrichef della Cia-Agricoltori Italiani.

"Durante la prima fase della pandemia abbiamo perso più della metà del fatturato e anche se d'estate si è lavorato abbastanza già per il prossimo week end stiamo ricevendo le prime disdette" riferisce Lia Galli, titolare di un agriturismo a Bibbona, in provincia di Livorno. "Stiamo vicini a Marina di Bibbona, una zona turistica della Toscana e notiamo che molte cene anche di lavoro oggi stanno diventando pranzi, però non basta. In questo momento, nell'agricampeggio abbiamo come ospiti solo una famiglia di belgi ma gli italiani hanno disdetto le prenotazioni per questo week end". Ecco allora che spunta l'iniziativa supportata dalla Cia di preparare i pasti a domicilio il sabato e la domenica. Un'ottima alternativa già sperimentata durante il lockdown da Lia Galli, valente agrichef.

"Prepariamo piatti tipici a base di pasta fatta in casa: ravioli ripieni di castagne, di zucca, di funghi porcini. - descrive Galli - E poi i pici all’aglione e in varie maniere, tipicamente toscani. Come secondi portiamo a casa anche piatti di polenta con i funghi e il 'peposo', una sorta di stracotto di chianina con il pepe in grani".

Altrettanto propositivo è Mario Grillo, agrichef in Calabria, che ha saputo cogliere le opportunità offerte dal web con una buona organizzazione già nella prima fase della pandemia. La sua azienda si trova a una decina di chilometri da Camigliatello Silano, nota località turistica montana sulla Sila. Tuttavia una fetta importante di business è crollata. "Abbiamo perso tutti i ricevimenti dai matrimoni ai battesimi e fino a settembre abbiamo registrato perdite di fatturato del 60%" racconta all'Adnkronos.

Però "l'e-commerce ha compensato in parte le perdite". "Il digital divide in Calabria è tutta una scusa: qui con la wifi e il telefonino si riesce a fare tutto" racconta. Anche l'azienda dell'agrichef calabrese si sta attrezzando per i pasti a domicilio nel week end: "Facciamo piatti a base di patata della Sila Igp, caciocavallo silano Dop, ‘pasta china’ al forno (con polpette), la classica 'nduja, fusilli al sugo di capra, salsicce di suino nero". La tecnologia aiuta anche per le procedure anticontagi: "chi viene a mangiare in fattoria deve prenotare sul sito e riceve un codice così arriva a pranzare da noi già tracciato" conclude Mario Grillo.

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