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Dpcm, c'è la 'regola del 4' per bar e ristoranti

28 ottobre 2020 | 06.47
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(Fotogramma)
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In tutti i locali adibiti alla ristorazione ed anche bar, pub, pasticcerie e gelaterie è entrata in vigore la 'regola del 4', valida ovunque sia prevista la consumazione al tavolo. Infatti l'ultimo Dpcm, firmato dal premier Conte, come scrive Money.it, da una parte anticipa la chiusura dei locali dove si consumano cibo e bevande, dall'altra limita sensibilmente il numero dei posti a sedere al loro interno. Le saracinesche dovranno essere abbassate alle 18 in punto, e dopo quell’ora sono consentite soltanto l’asporto e la consegna a domicilio. Chi vuole pranzare al ristorante o prendere un caffè seduto a tavolino può farlo fino alle sei del pomeriggio con al massimo 3 amici o parenti: infatti il DPCM in vigore dal 25 ottobre stabilisce che ogni tavolo possa ospitare fino a 4 persone, ben distanziate tra loro. Nel precedente decreto, invece, era concesso a 6 persone. La 'regola del 4' non si applica tra persone conviventi (ad esempio tra coinquilini) o appartenenti allo stesso nucleo familiare: in questi casi si può stare seduti anche in più di 4 persone e senza dover rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro tra i commensali.

Ristoranti, gelaterie, pizzerie a quant’altro devono obbligatoriamente esporre un cartello, dove è indicata la capienza massima del locale per garantire l'assunzione di cibo e bevande in totale sicurezza. Resta in vigore l'obbligo di indossare la mascherina a copertura di naso e bocca al momento dell'ingresso e dell'uscita dal locale, per pagare in cassa e ogni volta in cui ci si sposta dal proprio tavolo.

Clienti e gestori dei locali che non rispettano le nuove regole rischiano pesanti sanzioni amministrative: la multa da 400 a 1.000 euro a cui può aggiungersi la sospensione dell'attività fino a 5 giorni, se le Forze dell'ordine hanno ragione di temere la reiterazione o prosecuzione delle condotte vietate. Stessi rischi per i locali che non rispettano la chiusura alle 18. Per quanto riguarda cene, pranzi e feste a casa, sono ancora in vigore le raccomandazioni del precedente decreto: non un divieto assoluto, ma un forte invito ad evitare le occasioni di assembramento tra le mura domestiche.

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