cerca CERCA
Mercoledì 24 Aprile 2024
Aggiornato: 00:05
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Vivendi guarda a nuovo El Dorado? sale al 9,9% in Prisa

25 gennaio 2021 | 18.29
LETTURA: 4 minuti

Vincent Bolloré (Afp)
Vincent Bolloré (Afp)

Non solo l'Italia, Vincent Bolloré guarda anche alla Spagna e al settore dei media spagnoli. In tre giorni Vivendi ha aumentato la sua quota in Prisa, passando dal 7,6% il 22 gennaio scorso al 9,9% oggi. Un'acquisizione, questa, che per Vivendi "fa parte della sua strategia per rafforzare la sua posizione come un gruppo globale di contenuti, media e comunicazione, e per ampliare il suo accesso a mercati di lingua spagnola in Europa, America Latina e Stati Uniti". Questo investimento che viene stimato in 70 milioni di euro dovrebbe permettere a Vivendi di entrare nel Cda di Prisa, il gruppo spagnolo che detiene in particolare il quotidiano 'El Pais' ma anche il quotidiano sportivo 'As', la radio nazionale Cadena Ser, il gruppo editoriale Santillana e una quota del 20% nel capitale di 'Monde Libre' la società che controlla il quotidiano francese 'Le Monde'. "Un posto di osservazione ideale sul settore audiovisivo spagnolo", spiega a 'Le Monde' un fonte vicina al dossier. Finora il gruppo francese era poco presente in Spagna: deteneva alcune controllate locali di Havas e di Universal e la società di produzione Bambu Producciones.

Secondo 'Le Monde' questo 'nuovo ingresso' in Spagna non è frutto del caso. "E' Joseph Oughourlian, il presidente di Amber Capital, il fondo di investimento che detiene il 30% del capitale di Prisa che qualche mese si è rivolto a Vincent Bolloré, il primo azionista di Vivendi. Il suo obiettivo era quello di trovare un partner per sostenerlo nel gruppo che considera gestito male da oltre un decennio".

Nonostante Amber, sia entrato nel capitale sociale di Prisa nel 2016 e detenga un quota del 29,9%, il gruppo finanziario ha difficoltà a fare valere i suoi punti di vista con gli altri azionisti di Prisa e in particolare con l'influenza della banca spagnola Santander. Se l'uomo d'affari bretone ha accettato di aiutare Oughourlian, che dal mese di dicembre è anche il presidente del Cda di Prisa, scrive ancora il quotidiano francese, "è inanzitutto perché i due uomini sono legati nel dossier spinoso del gruppo mediatico francese Lagardere" di cui detengono insieme oltre il 46% del capitale (Vivendi 26,66 % e Amber Capital il 19,93 %). Nell'agosto del 2020 i due gruppi hanno concluso un patto per poter prendere un posto nel Consiglio di sorveglianza del gruppo Lagardere che detiene tra gli altri la casa editrice Hachette, il magazine Paris Match, la radio Europe 1 e i punti di vendita e di distribuzione dei giornali Relay.

Rivolgendosi a Bolloré, Oughourlian, che può contare anche sul sostegno Telefonica che detiene il 10% di Prisa, scrive 'Le Monde', "spera di poter raddrizzare i conti di un gruppo fortemente indebitato". Nei primi 9 mesi del 2020 il gruppo spagnolo infatti ha registrato una perdita di 209 milioni di euro ma ha ottenuto in extremis, a fine dicembre, una rinegoziazione del suo debito di 1,1 miliardi di euro che è superiore al fatturato del 2019 che ammontava a 1 mld. Nel settembre del 2020 Prisa ha annunciato la cessione delle attività spagnole di Santillana per 465 milioni di euro e che pesavano per il 21% sul ramo editoria del gruppo. Prisa ora intende concentrare la sua attività in America Latina e svilupparsi nelle EdTech, il digitale legato all'istruzione. Anche il quotidiano 'El Pais' intende accelerare nella digitalizzazione: a fine settembre il quotidiano contava 117 mila abbonati di cui 71 mila online.

"Come spesso accade quando si interessa a un nuovo dossier - scrive 'Les Echos' - Vincent Bolloré gioca almeno due partite: industriale e finanziaria. Prisa non è più quello che era, soprattutto da quando il gruppo è uscito dal settore televisivo vendendo nel 2013 Digital Plus per ridurre il suo indebitamento ma offre una finestra per Vivendi nei media mentre il gruppo ha sempre per obiettivo di costituire in questo settore un gruppo importante nell'Europa del Sud, un'area meno vulnerabile agli assalti dei colossi statunitensi". Vivendi è già molto presente nel settore dell'editoria dopo aver rilevato Editis (che possiede tra gli altri le case editrici Bordas, Nathan, Perrin, Plon e Robert Laffont) dal gruppo spagnolo Planeta nel 2018 per 900 milioni di euro e mentre si appresta a rileva dal gruppo Bertelsmann Prisma Media (che possiede magazine francesi come Femme Actuelle, Geo, Capital, Gala e Télé-Loisirs).

L'operazione di Vivendi in Prisa, sottolinea al quotidiano economico francese un'analista finanziario del settore, "non ha una grande logica. A prima vista non ci sono sinergie tra Prisma, specializzata dei magazine e un quotidiano come 'El Pais'. Inoltre se Vivendi era interessato all'editoria perché non aver rilevato qualche mese fa il ramo spagnolo di Santillana che poi è stato venduto?". Per questo analista, quindi, il nesso potrebbe essere la partita in corso intorno al gruppo francese 'Lagardere'. E' già da tempo che Bolloré guarda con interesse a Hachette Livre, la controllata che raggruppa le case editrici del gruppo Lagardere.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza