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Borsa: Milano chiude sopra minimi intraday, venduti bancari

29 dicembre 2014 | 16.42
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In piazza Affari il Ftse Mib cede l'1,1%. Pesano gli istituti di credito, in particolare Unicredit e Intesa, che cadono mentre lo spread sale dopo la convocazione di elezioni anticipate in Grecia.

Uno sportello Unicredit.
Uno sportello Unicredit.

La Borsa di Milano chiude in negativo la penultima seduta del 2014, recuperando molto terreno dai minimi intraday ma guadagnandosi la maglia nera d'Europa. In rosso anche le altre piazze periferiche dell'Ue, mentre le nordeuropee chiudono positive, mentre Wall Street, reduce da nuovi record storici venerdì scorso, prosegue poco variata dopo un avvio lievemente in rosso. Sulle Borse del Sud Europa pesa la prospettiva delle elezioni anticipate in Grecia, che dovrebbero tenersi il 25 gennaio. Gli scambi a Milano sono in crescita, a 2 mld di controvalore, da 1,79 mld il 23 dicembre e 4,2 mld il 19 dicembre, prima delle feste natalizie.

Piazza Affari schiacciata dai bancari - A Milano Ftse Mib 19.130 punti (-1,15%), All Share 20.254,96 punti (-0,96%) . A Milano a pagare lo scotto sono stati soprattutto i bancari , che cedono il 2,03%, sulla scia dello spread Btp-Bund, che sale di quasi dieci punti rispetto alla chiusura del 23 dicembre, a 143,7 punti da 134. In piazza Affari su 324 titoli in negoziazione, 137 chiudono in rialzo, 168 in calo e 19 invariati.

In rosso Unicredit e Intesa, sale Yoox - A Milano venduti soprattutto bancari (-2,03%), finanziari (-1,55%) e utilities (-1,24%); acquisti su chimici (+1,24%), risorse di base (+0,65%). In rosso tra i bancari le big Unicredit (-2,55%) e Intesa SanPaolo (-2,32%), ma anche Banco Popolare (-1,82%) e Bpm (-1,55%). Flette World Duty Free (-2,43%), reduce da una serie positiva che durava da cinque sedute. Vendute anche Enel (-1,85%) e Mediaset (-1,82%). Acquisti su Yoox (+1,87%) e Luxottica (+1%). Sull'All Share denaro su Tiscali (+14,98%); in calo Conafi Prestitò (-3,92%).

Borse europee a forbice - Miste le altre piazze del Vecchio Continente, con le nordeuropee in rialzo e le periferiche in calo. A Madrid Ibex 10,394 punti (-0,84%); a Lisbona Psi 20 a 4.884 punti (-0,74%); a Francoforte Dax 9.927 punti (+0,05%); a Zurigo Smi 9.034 punti (+0,14%); a Bruxelles Bel 20 a 3.315 punti (+0,25%); ad Amsterdam Aex 426,89 punti (+0,31%); a Londra Ftse 6.6633 punti (+0,36%); a Parigi Cac 4.317 punti (+0,51%). A New York intanto Dow -0,01%, Nasdaq +0,08%.

Atene chiude in profondo rosso ma limita i danni - La Borsa di Atene ha chiuso in calo oggi, ma recuperando molto dai minimi di seduta, dopo che sono state fissate le elezioni politiche anticipate per il 25 gennaio. L'indice principale Athex Composite, che era arrivato a perdere l'11%, ha chiuso a 819,81 punti (-3,91%).

Euro, oro e petrolio in calo - La moneta unica al riferimento Bce cala a 1,2197 dollari, rispetto a 1,2219 dollari il 24 dicembre. Il future sul petrolio americano di riferimento, il Wti, cede 12 centesimi rispetto alla chiusura precedente, scambiato a 54,61 dollari dollari al barile al Nymex. Cade l'oro al London Bullion Market: al fixing pomeridiano si attesta a 1.185,5 dollari l'oncia, da 1.194 dollari stamani.

La saga greca torna a pesare sull'Europa - "I mercati azionari nell'Eurozona - spiega David Madden di Ig United Kingdom - stanno sopportando il peso delle elezioni greche che sono state annunciate per il mese prossimo. Tre tentativi falliti da parte di Antonis Samaras di eleggere un presidente della Repubblica hanno lasciato campo libero al partito Syriza, contrario all'austerità, che è in testa nei sondaggi. Per quanto le prospettive della Grecia siano buie, credo che il problema non sia così contagioso come la crisi del debito di qualche anno fa. Molti Paesi indebitati dell'Eurozona hanno introdotto misure per mettere in sicurezza i propri conti pubblici, mentre la Grecia ancora fa fatica a stare al passo e forse è tempo che Bruxelles accetti il fatto che il modello non funziona con tutti. Mentre entriamo in un nuovo capitolo della saga greca, comunque, i trader staranno alla larga dalle azioni dell'Eurozona".

Grexit non sarebbe una catastrofe - "Come possiamo vedere dalla reazione dei mercati - spiega Craig Erlam di Alpari Uk - gli investitori sono ancora preoccupati per il rischio contagio, particolarmente quando parliamo di Paesi come la Spagna e l'Italia, che sono considerati molto fragili, ma i rischi sono molto inferiori rispetto a qualche anno fa. Prendendo in considerazione il peggior scenario possibile, in cui Syriza ottenga la maggioranza alle elezioni e non riesca a raggiungere un accordo con i creditori della Grecia, cosa che porterebbe ad un'uscita dall'euro, questo non sarebbe un evento così catastrofico come sarebbe stato qualche anno fa, grazie al lavoro fatto nel frattempo".

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