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Grecia: Kempen, ricorda all'Italia i suoi difetti

12 febbraio 2015 | 16.15
LETTURA: 4 minuti

Per Cor Dücker, International Business Manager di Kempen Capital Management, Roma, pur guardando con simpatia ad Atene, teme di esservi associata agli occhi dei nordeuropei, vanificando così i progressi fatti con fatica in questi anni. Syriza sta giocando da sola e i mercati l'hanno capito.

Il premier greco Alexis Tsipras (Infophoto).
Il premier greco Alexis Tsipras (Infophoto).

L'Italia guarda alla Grecia con un certo grado di simpatia, ma cerca contemporaneamente di prenderne le distanze, perché vede nella Repubblica Ellenica i propri peggiori e tradizionali difetti, come la corruzione diffusa e il nepotismo, e teme di essere associata ai greci agli occhi dei nordeuropei, vanificando così i passi avanti fatti in questi anni. E' la disamina, quasi psicanalitica, di Cor Dücker, International Business Development Manager in Italia di Kempen Capital Management, parte del gruppo olandese Kempen & Co., fondato ad Amsterdam nel 1903.

"La Grecia - spiega Dücker - ricorda all’Italia le proprie tradizionali lacune economiche, il nepotismo radicato, il clientelismo, un settore pubblico gonfiato e le pensioni d’oro. Nel frattempo, però, l’Italia ha fatto passi avanti, investendo pesantemente per venire a capo dei suoi problemi e per modernizzare l’apparato economico, continuando sistematicamente e deliberatamente a lavorare per salvarsi dal baratro. Non gradisce perciò essere associata alla Grecia e alla sua politica azzardata".

I mercati, continua il gestore, "lo hanno capito, vista la stabilità registrata dagli spread di tutti i titoli di stato periferici ad eccezione di quelli greci. La Grecia sta chiaramente giocando da sola e sta sprecando la comprensione iniziale per la sua difficile situazione".

In questi giorni, prosegue Dücker, "la politica del rischio calcolato del nuovo governo greco lascia tutti col fiato sospeso. Giornalmente assistiamo a una puntata della soap opera con il telegenico Alexis Tsipras e il suo ministro delle finanze Yanis Varoufakis. Meritano tutta la nostra considerazione per la loro capacità di fare notizia".

Meno evidente rispetto a quella del caso italiano, continua il gestore, "ma altrettanto importante, è la distanza che prendono gli altri Stati membri del Sud dell’Europa dalla telenovela ellenica. Se la reazione tedesca era alquanto prevedibile, è quella degli altri Stati che determinerà come va a finire il gioco".

In questo contesto, a Roma, osserva Duecker, "l’accoglienza per Tsipras è stata calorosa, ma potrebbe essere attribuibile alla gentilezza latina piuttosto che a una genuina simpatia per le sue idee".

"Il nuovo governo ellenico - secondo Dücker - sembra sinceramente intenzionato a riportare indietro le lancette dell’orologio e ritornare allo screditato modello di stato previdenziale degli anni 70. E vorrebbe, en passant, che fossero gli altri Stati membri a pagare. Chiaramente inaccettabile per chiunque, ma soprattutto per Italia, Spagna e Portogallo, seriamente impegnati a orientare il proprio modello verso uno standard di crescita futura sostenibile".

"Si può solo sperare - prosegue Dücker - che per la Grecia sia parte di una strategia di 'fumo negli occhi', pensata per cercare di agevolare il cammino verso reali riforme. Solo in quel caso il governo potrà guadagnarsi il sostegno necessario per andare avanti costi quel che costi. Se Tsipras è davvero sincero nelle sue affermazioni, la Grecia sta dirigendosi verso il precipizio".

"Naturalmente - conclude - potrebbe anche trattarsi di una tattica negoziale: Varoufakis è esperto nella teoria del gioco e potrebbe anche darsi che stia applicando alcune delle sue idee per ottimizzare l’esito per la Grecia. Speriamo che gli altri ci stiano e che sia tutto solo un gioco".

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