La rottura dei colloqui di Bruxelles tra creditori e Atene pesa sui listini. Il Ftse Mib perde l'1,8%.
Avvio in forte calo per la Borsa di Milano, che cede più delle consorelle europee, dopo che i colloqui tra i creditori e la Grecia a Bruxelles non hanno portato ad uno sblocco della situazione. L'indice guida Ftse Mib perde l'1,76% a 22.474 punti, mentre l'indice generale cede l'1,85% a 23.953.
Piazza Affari è nettamente la peggiore Borsa d'Europa, essendo quella che più avrebbe da perdere nel caso in cui la Grecia dovesse uscire dall'euro: secondo molti osservatori, sarebbe la prima vittima degli attacchi speculativi che la Grexit scatenerebbe.
In rosso anche le altre europee, a partire da Lisbona, con il Psi 20 a 5.672 punti (-1,52%), Madrid con l'Ibex a 10.886 (-1,31%), Francoforte con il Dax a 11.063 (-1,2%), Bruxelles con il Bel 20 a 3.593 (-1,07%), Amsterdam con l'Aex a 472,94 (-1,10%), Parigi con il Cac a 4.852 (-0,99%), Zurigo con lo Smi a 8.969 (-0,63%), Londra con il Ftse a 6.741 (-0,64%).
A guidare le vendite alla Borsa di Milano, come sempre in questi casi, sono le banche, che cedono il 2,55%. Le vendite sono generalizzate: nessun settore del listino milanese è in verde. Sul Ftse Mib cedono in particolare Mps (-3,3%), Ubi Banca (-3,4%), Banco Popolare (-2,72%), Unicredit (-2,47%). Galleggia solo Ansaldo Sts (+0,16%). Sull'All Share in rosso Damiani (-6,87%), maglia nera della Borsa di Milano.