I trader pensano che il rischio Grecia "sia sostanzialmente sotto controllo e che la questione oramai sia più politica che finanziaria e per tale motivo stiano facendo provvista di euro per poi reinvestire su risky asset continentali, nel momento in cui si arrivasse non dico ad un accordo, ma quanto meno ad un piano condiviso". E' quanto sostiene Michele de Michelis, Cio di Frame Asset Management.
Il comportamento dei mercati all'indomani del risultato greco ha stupito gli esperti: "non tanto per la sostanziale tenuta dell'equity europeo e degli spread dei periferici (seppur con la nota negativa dell'Italia sulla quale hanno pesato molto le banche), quanto per l'andamento della moneta unica. Assistere al rafforzamento dell’euro (sul dollaro, ma anche su franco svizzero e yen) quando tutti temevano l'esatto contrario, fa molto pensare su dove si stiano realmente posizionando gli investitori 'pesanti'".
Più che di ricoperture - nell'ultimo periodo l'euro si era già rafforzato - l'idea dominante tra gli investitori è quello di una soluzione greca. "Se così non fosse avremmo dovuto assistere a un rialzo importante delle valute sopra citate (dollaro, franco e yen), ma anche dell'oro. Tuttavia dobbiamo ammettere che, in una situazione così poco legata ai fondamentali e così tanto in mano ai politici, fare delle previsioni è un esercizio alquanto rischioso se non inutile".