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Cina: lo yuan si stabilizza dopo le rassicurazioni della Pboc

14 agosto 2015 | 09.53
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 (Infophoto)
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Lo yuan, la moneta della Cina, ha interrotto oggi la discesa che durava da tre giorni, dopo che la banca centrale ieri ha rassicurato i mercati, invertendo la rotta rispetto ai forti cali provocati dal cambiamento della politica di cambio.

Oggi il tasso centrale di parità dello yuan si è rafforzato di 35 punti base a 6,3975 contro il dollaro Usa, il primo aumento da quando la Banca del Popolo Cinese ha adottato un meccanismo di formazione del cambio più basato sul mercato.

Il tasso di cambio spot dello yuan è rimasto stabile intorno a 6,4 contro dollaro. Sul mercato valutario cinese spot, lo yuan può fluttuare del 2% al di sopra o al di sotto del tasso di parità centrale, in ciascuna seduta. Il rafforzamento di oggi, dopo un calo di tre giorni che ha affossato lo yuan del 4,66% nei confronti del dollaro, ha placato il timore che potesse iniziare un lungo periodo di svalutazione.

La Pboc ha comunicato ieri che non ci sono le basi per una sostanziale e durevole svalutazione della moneta nel lungo termine, promettendo di intervenire per evitare oscillazioni eccessive. "La banca centrale è in grado di mantenere il tasso di cambio essenzialmente stabile e ad un livello equilibrato", ha detto il vicegovernatore della Pboc Zhang Xiaohui.

La Pboc martedì scorso ha modificato il meccanismo di formazione del tasso di cambio, sostenendo di puntare a riflettere meglio gli sviluppi del mercato, chiudendo il differenziale tra un tasso di parità centrale più basso e aspettative del mercato più elevate. Lo yuan è stata una delle valute che si sono apprezzate di più negli ultimi anni, rivalutandosi del 46% da quando la Cina ha iniziato a riformare il mercato valutario, sganciando lo yuan dal dollaro nel luglio del 2005.

Il meccanismo rivisitato prende in considerazione il tasso di chiusura sul mercato valutario interbancario del giorno precedente, come pure la domanda e l'offerta sul mercato, insieme ai movimenti di prezzo delle principali valute. Il mercato ha reagito con sorpresa alla caduta dello yuan, con vendite sulle divise della regione, cali sulle Borse asiatiche e prezzi delle materie prime in calo, insieme ad accuse alla Cina di aver architettato la svalutazione della moneta per sostenere le esportazioni in calo.

Tuttavia, la mossa della banca centrale, secondo l'agenzia Xinhua, è probabilmente non sufficientemente significativa per fare una grossa differenza, sia per gli esportatori che per i compratori di merci cinesi. L'economista della Pboc Ma Jun ha affermato che la Cina non ha bisogno di iniziare una guerra valutaria per avvantaggiarsi, dato che il commercio è previsto in ripresa nella seconda metà dell'anno. Ma l'attuale tasso di cambio dello yuan è "vicino al punto di equilibrio".

Un report di Hsbc, inoltre, sostiene che la nuova politica valutaria è parte della strategia della Cina per liberalizzare lo yuan, più che uno strumento per sostenere la crescita. Il Fondo Monetario Internazionale ha descritto la nuova politica come "un passo positivo", che consente ai mercati di avere maggiore voce in capitolo nella formazione del tasso di cambio.

"Una maggiore flessibilità del tasso di cambio dello yuan è importante per la Cina, che si sforza di dare alle forze del mercato un ruolo decisivo nell'economia e si sta integrando rapidamente nei mercati finanziari globali", ha detto un portavoce dell'Fmi.

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