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Eni perde 8,8 mld ma conferma dividendo. "Solide prospettive di crescita" nel 2016

26 febbraio 2016 | 09.46
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Eni perde 8,8 mld ma conferma dividendo.

L'Eni chiude il 2015 con una perdita netta di 8,82 miliardi di euro a causa sostanzialmente delle "svalutazioni indotte dallo scenario petrolifero". Nel 2014 il risultato era stato positivo per 1,29 miliardi. Nel quarto trimestre 2015 la perdita del gruppo si attesta a 8,46 miliardi contro la perdita di 2,38 miliardi registrata nello stesso periodo del 2014. La produzione di idrocarburi del quarto trimestre 2015 è stata di 1,884 milioni di barili al giorno, il più elevato degli ultimi 5 anni, registrando una crescita del 14,3% (1,76 milioni di boe/giorno nell’anno; +10,1% contro 5% target iniziale).

Il gruppo conferma la distribuzione di un dividendo di 0,80 euro per azione nel 2015. Il consiglio di amministrazione intende proporre all'assemblea la distribuzione di un dividendo di 0,80 euro per azione (1,12 euro nel 2014) "di cui 0,40 euro distribuiti nel settembre 2015 a titolo di acconto. Il dividendo a saldo di 0,40 euro per azione sarà messo in pagamento a partire dal 25 maggio 2016" con stacco cedola il 23 maggio prossimo.

Il commento di Descalzi - "Nel 2016, come lo scorso anno, stiamo proseguendo velocemente nel processo di trasformazione di Eni, con l'obiettivo di rendere il gruppo ancora più forte e in grado di operare sempre meglio in questo difficile contesto mantenendo solide aspettative di crescita". Così l'amministratore delegato Claudio Descalzi.

Il petrolio resterà debole - Il quadro macroeconomico globale per il 2016 "evidenzia rischi e incertezze a causa del rallentamento dell’attività produttiva in Cina, nell’Eurozona e nei paesi esportatori di commodity". Il prezzo del petrolio "è previsto proseguire in un trend debole". Sulla base di questo quadro Eni "ha rivisto al ribasso per tutti gli anni di piano il riferimento brent utilizzato per la redazione del piano strategico 2016-2019: in particolare il riferimento brent di lungo temine è stato ridotto a 65 dollari al barile rispetto ai 90 dollari utilizzati per la redazione del piano precedente".

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