La partita per il controllo del Corriere della Sera è appena iniziata. Ma gli schieramenti sono già ben delineati e vedono le due banche azioniste, Mediobanca e Intesa San Paolo, su fronti diversi. Piazzetta Cuccia da subito contraria all'offerta di Urbano Cairo, Ca de' Sass al fianco del patron de La7. Due posizioni che segnano una distanza che è più volte emersa nella storia recente del Corriere e che ha visto spesso contrapporsi le idee di Alberto Nagel, ceo di Mediobanca, e quelle di Gaetano Micciché, direttore generale di Intesa Sanpaolo. Divergenze che ci sono state negli ultimi passaggi chiave, dal cambio del management alla difficile gestione del debito, e che si ripropongono ora di fronte all'offerta di Cairo.
Un'operazione carta contro carta che prevede uno scambio di azioni fra Rcs e Cairo Communication, che ha colto di sorpresa la stessa Mediobanca, Della Valle, Unipol e Tronchetti Provera, e oggi ha incassato la bocciatura del cda, che l'ha definita "non concordata" e, soprattutto, "significativamente a sconto". In sostanza, il prezzo dell'offerta è considerato troppo basso.
Una valutazione che non trova d'accordo Intesa SanPaolo, che invece dell'operazione era al corrente e che sostiene le intenzioni di Cairo. Tanto che oggi, ancora prima che il cda rendesse pubblica la sua valutazione, il ceo Carlo Messina ne ha parlato in termini positivi. "L'Ops di Urbano Cairo su Rcs è una soluzione industriale che può funzionare", ha scandito, sottolineando: "noi non siamo editori, ma grandi creditori di Rcs, quindi siamo interessati a soluzioni industriali che possano funzionare nell'interesse degli azionisti". Messina è entrato anche nel merito. "Cairo mi sembra una persona dalle idee chiare, e le qualità per dare la linea del piano industriale, ricordo che è a zero debito e credo possa garantire sia sinergie sia crescita". Mediobanca, intanto, ha già fatto trapelare di non avere alcuna intenzione di aderire all'offerta.