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Prima assemblea pubblica Poste, verso cessione 35% quota Tesoro a Cdp

24 maggio 2016 | 20.52
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Prima assemblea pubblica Poste, verso cessione 35% quota Tesoro a Cdp

"La decisione spetta all'azionista di maggioranza, Governo e Mef". L'Ad di Poste Francesco Caio, come è inevitabile che sia, risponde con questa formula standard alla domanda di un azionista in merito alla prospettiva del collocamento di un'ulteriore quota della società oltre al 35% già sul mercato. Ma il Governo ha già deciso che una quota del 30-35% del Tesoro passerà a Cdp. E che la restante quota, anche questa fra il 30 e il 35%, del pacchetto che ad oggi detiene (65%) possa essere poi collocata sul mercato.

Lunedì in una riunione al Mef, presenti il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, il capo di gabinetto Roberto Garofoli e l'Ad di Cdp Fabio Gallia, oltre ad ad alcuni tecnici, il piano è stato esaminato e, con le dovute verifiche di queste ore, secondo quanto risulta all'Adnkronos, sembra destinato ad andare in porto a breve. Tanto che il cda di Cassa Depositi e Prestiti, che dovrebbe esprimersi sulle offerte per Metroweb, potrebbe esaminarlo, almeno in via preliminare, già domani. Anche se potrebbe essere necessario altro lavoro per arrivare a finalizzare la cessione della quota. L'operazione, che sarebbe compiuta in due tempi, prima il passaggio della quota a Cdp e poi il collocamento sul mercato della partecipazione residua, rientrerebbe nel pacchetto di interventi che il governo ha intenzione di portare a termine nel dossier privatizzazioni. Obiettivo dichiarato quello di ottenere risorse da destinare innanzitutto alla riduzione del debito pubblico.

L’Assemblea, la prima pubblica della storia di Poste, oltre ad approvare il bilancio e la distribuzione di un dividendo di 34 centesimi ad azione, con una cedola per il Tesoro di oltre 287 milioni, ha fornito indicazioni rilevanti sulla gestione. "Non abbiamo dato al mercato dati prospettici, ma possiamo ribadire che anche per l'esercizio in corso del 2016 è confermato un dividendo nella misura dell'80 per cento dell'utile netto", ha assicurato Caio. "Le acquisizioni le consideriamo come un'opzione", ha affermato, precisando che "al momento l'interesse principale è per il mercato domestico". Nel 2015 i dipendenti di Poste Italiane hanno visto incrementi per circa 1.800 e uscite per 3.200 persone "attraverso il meccanismo dei prepensionamenti e l'esodo incentivato". Nel primo trimestre del 2016 ci sono stati 300 ingressi e sempre con il sistema degli esodi incentivati e prepensionamenti sono uscite 600 persone, ha aggiunto Caio.

Critiche sono arrivate dal fondo Amber Capital. Ai risultati conseguiti da Poste Italiane grazie anche all'"ottimo lavoro" del management, "non corrisponde una performance del titolo altrettanto soddisfacente”, ha denunciato la rappresentante del fondo Laura Bianchi, indicando nelle dichiarazioni dell'azionista Tesoro la causa: "pensiamo che sia dipeso dalle indicazioni dell'azionista pubblico su una possibile nuova riduzione" della quota, dichiarazioni "comprensibili in certi contesti ma inopportune".

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