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Banche, solo un cda a norma per Bce: non in regola figli Bollorè e Berlusconi

31 luglio 2017 | 18.20
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(Afp)
(Afp)

Cda non in regola: solo un board su 19 dei principali istituti di credito quotati rispetta i nuovi vincoli della Bce e le linee guida Eba (in via di approvazione) in termini di onorabilità e professionalità. Su 271 curricula esaminati 63 sono da 'bocciare': se le banche dovessero adeguarsi sarebbero chiamate a sostituire un consigliere su quattro, secondo l'indagine Adnkronos. Marie Bollorè e Luigi Berlusconi sono solo alcuni dei nomi a cui l'inesperienza finanziaria potrebbe costare la poltrona.

Per la Banca centrale europea l'amministratore delegato deve possedere un'esperienza bancaria di 10 anni - tutti gli ad in carica rispettano i requisiti -, mentre un consigliere esecutivo su quattro (14 a 55, 25%) non ha la competenza richiesta (5 anni). Non fanno meglio i consiglieri non esecutivi da cui si esige una conoscenza finanziaria triennale - 43 su 192 ossia il 22% non supera l'esame - e i presidenti esecutivi (10 anni): 6 su 8 non sono idonei (75%).

In bilico potrebbe esserci figli illustri come Marie Bollorè, ultimogenita del patron di Vivendi che siede come consigliere in Mediobanca, Luigi Berlusconi presente nel board di Banca Mediolanum e Azzurra Caltagirone non idonea per i parametri europei a far parte del cda di Banca Generali. Da piazzetta Cuccia potrebbe traslocare Gilberto Benetton che non avrebbe ricoperto in campo finanziario le posizioni dirigenziali di rilievo richieste dalla Bce. Una 'carenza' che colpirebbe anche il vicepresidente Marco Tronchetti Provera.

Banca Intermobiliare supera a pieni voti l'esame, Carige è la meno adeguata: 43% dei consiglieri non rispetta i requisiti di professionalità. Il presidente Giuseppe Tesauro non avrebbe un curriculum in linea, idem il vice Vittorio Malacalza. In Mps rischierebbe il presidente Alessandro Falciai. Accanto a regole quantitative rigide è prevista una 'valutazione integrativa': il board può ritenere paritaria l'esperienza maturata dal componente del cda in altri settori, mettendo 'in salvo' nomi eccellenti. Alla Banca centrale spetta però l'ultima parola e la possibilità di rimuoverlo.

La Bce mette paletti anche in materia di conflitto di interessi e guai giudiziari. La sola esistenza di un procedimento pendente può stroncare la carriera, a dispetto della presunzione di innocenza, e non basta vincere in aula per riconquistare l'onorabilità. Potrebbero così essere esclusi manager di grande esperienza ma rinviati a giudizio. "Le banche verosimilmente si muoveranno nella direzione della Bce e nelle prossime nomine, anche solo per evitare un rischio reputazionale, si eviterà la conferma di chi non risponde ai vincoli", è il parere di Marco Visani, responsabile dell'Osservatorio Corporate governance di The European House Ambrosetti.

"L'attenzione della Bce va valutata positivamente, ma l'eccesso di regolamentazione potrebbe creare omologazione e rendere meno efficaci gli istituti che nell'affrontare nuove sfide hanno bisogno di contributi diversi rispetto alle sole competenze bancarie", sottolinea. "Chi ha fatto una carriera solo in banca potrebbe non avere nuove ricette, con il rischio di standardizzare i meccanismi di operatività e - conclude Visani - avere un impatto negativo sul funzionamento del cda".

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