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Intesa Sp, Messina: "Dopo venete no a nuove acquisizioni o extra dividendo"

01 agosto 2017 | 15.39
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Un utile netto contabile di 5,23 miliardi di euro, che comprende il contributo pubblico di 3,5 miliardi per compensare gli impatti negativi dell’acquisto di alcune attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Senza il contributo dello Stato, l'utile netto è di 1,73 miliardi, in aumento dagli 1,7 miliardi del primo semestre 2016, a cui contribuisce il risultato del secondo trimestre di 837 milioni di euro. Intesa Sanpaolo presenta i conti del primo semestre dell'anno, i primi dopo l'acquisizione di alcune attività e passività delle due banche venete, in fase di aggregazione nel gruppo. Il consigliere delegato del gruppo, Carlo Messina, in conference call con gli analisti ha rivendicato la bontà, anche sistemica, dell'operazione veneta e ha spiegato di aspettarsi un contributo alla redditività di Intesa Sanpaolo già dall’anno prossimo. L’aspettativa "è di avere un impatto neutrale sull’utile per azione nel 2017 e di sicuro un impatto positivo a partire dal 2018", ha detto.

Senza l'intervento sui due istituti le conseguenze di un fallimento "avrebbero riguardato non solo il tessuto produttivo di un'area caratterizzata da grande forza ma investito anche l'intera economia del Paese". E l'operazione "ha evitato all'intero sistema bancario di sostenere costi estremamente rilevanti". Ora, ha aggiunto il consigliere delegato, il gruppo si aspetta un contributo significativo dai dipendenti 'veneti'. Messina si è detto "molto fiducioso nello spirito di rivincita del personale delle due banche: 10mila persone, di cui molte sono giovani, molto motivate nell'ottenere risultati importanti. Non voglio mettere dei limiti alle mie aspettative su questa acquisizione".

L'operazione su Bpvi e Veneto Banca dovrebbe inoltre escludere qualsiasi nuova fusione o acquisizione. "La mia previsione è che non avremo alcun tipo di operazione. Anche nel wealth management, a parte acquisizioni minori di alcuni team da altri concorrenti. Non siamo in vena di acquisizioni in futuro", ha sottolineato Messina. I risultati dei sei mesi, accolti in Borsa con un rialzo del titolo dello 0,14%, sono in linea con la quota semestrale dell’impegno alla distribuzione di 3,4 miliardi di euro di dividendi cash per il 2017. In più nella seconda parte dell'anno sarà contabilizzata la plusvalenza netta di 800 milioni di euro derivante dalla cessione di Allfunds, firmata nel primo trimestre. Cosa che ha fatto sperare alcuni analisti in una cedola più ricca. Il ceo ha però escluso la possibilità di distribuire un dividendo straordinario sull'esercizio in corso. "Voglio utilizzare il 2017 come un anno per creare le condizioni per ottenere una performance significativamente migliore nel prossimo piano d'impresa. Non stiamo considerando alcun dividendo speciale".

Sul lato dei risultati a pesare sull'utile anche la nuova svalutazione della quota nel fondo Atlante per 188 milioni di euro , dopo che nei primi tre mesi la banca aveva svalutato per 261 milioni. Il cost/income ratio nel primo semestre 2017 è del 49,2%, rispetto al 48,8% del primo semestre 2016. I costi operativi sono stabili a 4,21 miliardi. Il risultato dell’attività di negoziazione è in calo a 591 milioni, mentre le commissioni nette sono di 3,75 miliardi, in aumento del 5,8%. Fra i coefficienti patrimoniali al 30 giugno, calcolati tenendo conto di circa 1,64 miliardi di dividendi maturati nel primo semestre, il Common Equity ratio si attesta al 12,5%, il Tier 1 ratio al 14,3% e il coefficiente patrimoniale totale al 17,1%.

Il gruppo ha inoltre ridotto lo stock di crediti deteriorati di 10 miliardi di euro negli ultimi sette trimestri, al lordo delle rettifiche di valore e senza oneri straordinari per gli azionisti. Diminuisce anche il flusso di nuovi crediti deteriorati provenienti da crediti in bonis, che nel secondo trimestre 2017 registra il valore trimestrale più basso dalla costituzione di Intesa Sanpaolo per il flusso lordo e il secondo valore più basso per il flusso netto. Il flusso lordo è di un miliardo di euro, in diminuzione del 14%, e il flusso netto a 0,5 miliardi, in riduzione del 23%. Per l'intero 2017 l'istituto si attende un aumento del risultato della gestione operativa, conseguente alla crescita dei ricavi e al cost management, e del risultato corrente lordo, anche escludendo il contributo pubblico cash a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall’acquisto di attività e passività delle due banche venete.

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