Nel primo semestre dell'anno la raccolta netta dei fondi Pir, i Piani individuali di risparmio, è stata di 5,33 miliardi di euro. In particolare la raccolta ha subito una forte accelerazione nel secondo trimestre, passando da 1,06 miliardi del primo trimestre, a 4,26 miliardi. Secondo una ricerca dell’Ufficio Studi di Equita, i 5 miliardi di raccolta netta si sono tradotti in 2,65 miliardi di acquisti di azioni italiane, di cui 930 milioni sulle società a piccola e media capitalizzazione.
Dal lancio dei Pir le imprese mid-small cap italiane hanno realizzato una performance assoluta del 33%. Le stime di utile sono salite rispettivamente del 6% e, secondo la ricerca, i Pir hanno favorito un re-rating delle mid-small caps italiane del 26%, contro un re-rating del multiplo del mercato italiano del 17%.
L’aumento degli asset da investire in azioni italiane e delle valutazioni stanno iniziando ad avere un "effetto positivo" sul numero di nuove quotazioni, sottolinea Equita, pari a 12 nel 2017 contro le 5 nel 2016. I Pir stanno inoltre "gradualmente riportando gli investitori istituzionali" sul segmento Aim Italia, cosa che "si vede in particolare nella dimensione media dei collocamenti sull’Aim Italia, salita da 33 milioni di euro nel 2015 e da 57 milioni nel 2016 a ben 103 milioni nel 2017".
