cerca CERCA
Venerdì 29 Marzo 2024
Aggiornato: 14:22
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Mps torna in Borsa, attesa e timori per prezzo

24 ottobre 2017 | 17.43
LETTURA: 5 minuti

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
(Fotogramma) - FOTOGRAMMA

L'ultimo giorno di negoziazione in Borsa per Monte dei Paschi era stato il 22 dicembre 2016. Dopo dieci mesi di 'pausa' dagli scambi e anche un po' dai riflettori, la banca torna domani a Piazza Affari, ricevuto il nullaosta della Consob al prospetto informativo. Sono 750 pagine fitte di avvertimenti all'investitore, che deve "considerare che non vi è alcuna certezza in ordine alla circostanza che la Banca sia in grado di realizzare, in tutto o in parte, gli obiettivi o gli impegni assunti nel piano di ristrutturazione".

La banca si ri-presenta al mercato con una nuova compagine azionaria: il Mef oggi detiene il 52,2% circa della società, dopo l'aumento di capitale da 8,3 miliardi di euro, e dovrebbe salire fino al 68% all'esito dell'offerta di transazione e scambio rivolta a ex titolari di bond subordinati. Gli altri azionisti sono grandi fondi o società titolari di bond subordinati convertiti in azioni come, ad esempio, Generali, secondo nuovo azionista con il 4,32% del capitale. I vecchi azionisti rappresentano circa il 2,5% della compagine azionaria.

Nell'ambito del burden sharing, il prezzo teorico delle azioni ordinarie di Mps è stato fissato a 8,65 euro, mentre le azioni Mef sono state sottoscritte a 6,49 euro. "E' possibile che il prezzo di mercato delle azioni ordinarie della Banca - una volta riammesse a negoziazione - possa discostarsi anche significativamente da tale livello", spiega il prospetto. La stessa banca, nella nota informativa sulle nuove azioni, dà una "valorizzazione prudenziale" delle proprie azioni a 4,28 euro, in base a calcoli derivanti dall'asta di settembre riguardante i Credit Default Swap.

Gli analisti che si sono esercitati negli stessi calcoli assegnano al ritorno alle contrattazioni di Mps un prezzo compreso tra i 4 o i 5 euro per azione. Prezzi, questi, che comporterebbero necessariamente un'immediata minusvalenza per lo Stato. Il timore per le sorti di Borsa può essere mitigato dalle prospettive del piano industriale e dalla dismissione di un portafoglio di npl da 26 miliardi di euro lordi attraverso una cartolarizzazione. Tutta la "complessa" operazione, secondo il prospetto, dovrebbe concludersi entro il primo semestre 2018, se tutto va come deve andare.

Un notevole elemento di incertezza, che potrebbe pesare anche sull'andamento di Borsa, è il rischio 'cause' e i risarcimenti richiesti. Stando al documento approvato da Consob, il petitum complessivo delle controversie civili di cui è parte il gruppo è di 4,23 miliardi di euro, di cui 3,9 mld "per il contenzioso derivante dallo svolgimento dell'attività ordinaria, cui vanno aggiunti circa 272,3 milioni per il contenzioso civile relativo alle cause promosse dagli azionisti nell'ambito degli aumenti di capitale 2008, 2011, 2014 e 2015".

"Alla luce delle fortissime implicazioni psicologiche che influenzeranno il prossimo ritorno alle quotazioni del titolo azionario Mps, il prezzo di riapertura sarà fortemente condizionato dall’emotività; solo dopo qualche mese la valutazione sarà legata prevalentemente ai risultati reddituali e patrimoniali della società", sottolinea ad esempio Roberto Russo, amministratore delegato di Assiteca Sim.

A parte il prezzo, sul futuro della banca incombono rischi legati alle decisioni delle autorità di vigilanza. In primo luogo, nel prospetto sono citate le nuove regole della Bce sulle coperture per i crediti deteriorati che saranno valide a partire dal 1 gennaio 2018. "Qualora l'addendum alle linee guida venisse approvato sostanzialmente nei medesimi termini rappresentati in sede di consultazione, potrebbe rendersi necessario per la banca incrementare i livelli di copertura per i crediti deteriorati a partire dal 2018", cosa che comporterebbe "il possibile mancato raggiungimento degli obiettivi del piano di ristrutturazione", spiega Mps.

Poi, ci sono dagli accordi presi con la Commissione europea per non incorrere in un'abuso di aiuti di Stato alla luce dell'investimento del Mef. "In caso di deviazioni, anche minime, dalle prescrizioni della Commissione Europea e quindi di mancato rispetto delle condizioni sulla base delle quali è stata adottata la decisione, la Commissione potrebbe avviare una nuova procedura di indagine formale o adire direttamente la Corte di Giustizia dell'Ue al fine di fare dichiarare l'inadempimento dello Stato italiano agli obblighi assunti".

Domani, le azioni che tornano in Borsa sono 1.110.969.274 su un capitale sociale di 15.692.799.350 euro, a seguito del perfezionamento del burden sharing e dell'aumento di capitale riservato al Mef. Sono circa 36 mln le azioni proprie detenute dal gruppo. L'ammontare complessivo delle spese connesse alla quotazione è stimato in circa 4 milioni.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza