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Mercato e imprese: "Più incentivi e procedure snelle"

10 marzo 2018 | 20.22
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Un nuovo ventaglio di incentivi fiscali, snellimento delle procedure di quotazione e apertura del mercato delle pmi quotate alle risorse finanziarie dei fondi pensione. Ma anche programmi di informazione più capillari e di formazione per i manager. Queste alcune delle misure da mettere in campo per ampliare e perfezionare gli strumenti già presenti per facilitare il percorso delle piccole e medie imprese italiane verso la Borsa. Un percorso accelerato dal credito di imposta sul 50% dei costi di consulenza legati all'Ipo e dalla liquidità riversata sul mercato dai Pir, i Piani individuali di risparmio. Con questi nuovi strumenti, dicono imprenditori, consulenti ed esperti, le pmi italiane non avrebbero più scuse per evitare la quotazione. Tanto che Aim Italia, il segmento di Borsa Italiana dedicato alle pmi, potrebbe accogliere 200 nuove imprese nei prossimi tre anni, secondo Ir Top.

Gli incentivi alla quotazione, insieme alla riforma dei Pir, "sono una combinazione positiva per spingere le imprese, in particolare le piccole, a diversificare le proprie fonti di raccolta e quindi non dipendere esclusivamente dal canale bancario", anche perché nei prossimi anni "assisteremo a una maggiore difficoltà di accesso al credito bancario da parte delle imprese", spiega Marco Giorgino, docente di Finanza alla School of Management del Politecnico di Milano, contattato dall'Adnkronos. Gli incentivi alla quotazione sono "una buona opportunità", ma ci sono ancora spazi di miglioramento "abbastanza interessanti". Ad esempio, propone Giorgino, si potrebbe introdurre un incentivo a lanciare aumenti di capitale, contribuendo alla patrimonializzazione delle imprese, "prevedendo incentivi fiscali alla parte nuova di capitale che viene raccolta". Inoltre si potrebbero identificare nuove iniziative per aiutare le imprese a migliorare la propria governance e le capacità manageriali, "con programmi di formazione e di coaching e defiscalizzando i loro costi". Un altro ambito, continua il docente della School of Management del Politecnico di Milano, sono gli incentivi fiscali per operazioni di finanza straordinaria, come fusioni e acquisizioni, "per lavorare soprattutto sulla dimensione delle imprese".

Un altro fronte di intervento è quello di semplificare le procedure e ridurre le tempistiche "per rendere ancora più agevole il processo di quotazione", sottolinea Franco Gaudenti, fondatore e ceo di EnVent Capital Markets, banca d'investimento e uno dei Nomad più attivi su Aim Italia. Inoltre quello che ci si attende, dopo aver innovato il mercato dei capitali per le pmi con l'introduzione dei Pir, e il conseguente aumento di investitori dedicati, è il coinvolgimento di altri investitori istituzionali con ampie disponibilità finanziarie: i fondi previdenziali. "Auspico che ci sia un coinvolgimento di investitori istituzionali come i fondi pensione, che abbiano la possibilità di investire con strumenti dedicati su questo segmento e asset class. Auspico e ritengo si stia lavorando perché si creino le cornici normative che regolino e incentivino l'intervento dei fondi previdenziali", che "possono giocare un ruolo centrale ai fini del rafforzamento del sistema industriale delle pmi italiane". Per il fondatore di EnVent in realtà gli strumenti per incentivare la quotazione delle pmi ora ci sono tutti. "Ci sono tutti i prodotti e servizi finanziari perché si possa decidere di avviare il percorso di quotazione da parte degli imprenditori. Non ci sono più scuse". Tecnicamente in termini di strumenti disponibili o attivabili il Paese negli ultimi due anni "si è dotato di tutte le 'chiavi' utili alle imprese.

Un'altra strada da percorre è quella di fornire più informazioni alle imprese. Per il momento, nonostante gli sforzi di Confindustria e di Borsa Italiana, una grande parte degli imprenditori italiani resta diffidente nei confronti della borsa. "Una certa consapevolezza della possibilità di quotarsi e della cultura deve ancora diffondersi in modo ampio, ma si è attivata moltissimo Confindustria, con incontri locali, e Borsa Italiana, con il programma Elite. Bisogna continuare su questa strada", aggiunge Gaudenti. In questo senso campagne informative più capillari e consulenti aziendali più informati potrebbero aiutare.

"Servono più informazioni", dice Aroldo Berto, amministratore delegato di Gel, azienda marchigiana attiva nel settore del trattamento dell'acqua, quotata sull'Aim Italia dal 20 dicembre scorso. "Ho parlato con diversi colleghi imprenditori che volevano capire cosa significa entrare in Borsa, quanto costa, cosa si perde in termini di proprietà e padronanza della propria azienda. Lo ho assolutamente rassicurati". Ma serve un'informazione più sistematica. Bisognerebbe, propone Berto, "aumentare la diffusione delle informazioni sulle testate economiche, da parte delle Camere di commercio e dei commercialisti. Le imprese vanno informate e vanno avviati percorsi di avvicinamento al mercato". Perché se ogni incentivo per abbassare i costi di quotazione è benvenuto, "non è da lì che si parte. Bisogna avere dei buoni bilanci e delle belle idee, un progetto solido e prospettive serie per convincere gli investitori a credere nel tuo progetto", spiega l'ad di Gel.

E poi bisogna puntare sulla formazione dei manager. "Da parte di tante aziende familiari c'è poca attitudine a managerializzare l'impresa", spiega Dino Natale, amministratore delegato di Finlogic, società attiva nel settore dell'identificazione automatica e dell'etichettatura e quotata in Borsa dallo scorso giugno. "La mentalità imprenditoriale va diffusa. Bisogna formare giovani manager e in questo servirebbe una mano dal mondo accademico". In questo senso il programma Elite di Borsa Italiana, a cui Finlogic ha aderito prima di sbarcare a Piazza Affari, "è stato molto importante: ci ha cambiato le idee sul modo di fare impresa e ci ha aiutato a crescere".

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