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Carige chiude semestre in perdita, Malacalza anticipa dimissioni

03 agosto 2018 | 19.15
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Banca Carige  - FOTOGRAMMA
Banca Carige - FOTOGRAMMA

Conti di nuovo in rosso per Banca Carige. Nei primi sei mesi dell'anno, la perdita contabile è di 20,5 milioni di euro, dopo i 6,4 mln di utile del primo trimestre, che arrivavano per la prima volta dopo cinque anni. Colpa soprattutto, ha spiegato la banca, di maggior accantonamenti legati al contenzioso con Amissima. Il cda, nel pieno di una bufera che coinvolge azionisti e top management, sempre più ai ferri corti tra dimissioni e querele, ha convocato per il prossimo 20 settembre l'assemblea che dovrà rinnovare il board.

Le dimissioni in massa paventate da alcuni consiglieri oggi non ci sono state, ma Vittorio Malacalza, vicepresidente e maggior azionista, ha anticipato a oggi l'efficacia delle sue dimissioni, che avrebbero dovuto diventare effettive a partire dall'assemblea di settembre.

L'ad Paolo Fiorentino, accusato da Malacalza di aver tenuto un "atteggiamento di rifiuto o di ostruzionismo", negando informazioni al consiglio su dossier chiave, non ha fatto alcun accenno alle questioni in sospeso presentando i conti agli analisti. Si è mostrato ottimista sul piano e sul futuro della banca ("andiamo avanti tenendo la barra dritta, con fiducia") e ha parlato genericamente di "temi di governance", quando è stato toccato il tema della cessione di asset non strategici. Secondo indiscrezioni, uno dei motivi di frizione tra alcuni consiglieri e il ceo, sarebbe la valorizzazione della quota del 20% circa posseduta dalla banca in Autostrada dei Fiori.

In questo caso, per l'amministratore delegato è ancora necessario "intercettare le legittime aspettative del cda in termini di valorizzazione dell'asset". In sostanza, però, ha detto poi, "devo convincere il consiglio a vendere: abbiamo un compratore e stiamo negoziando". La cessione dell'asset è necessaria per rafforzare il patrimonio la banca, che ha ancora un 'total capital ratio' al di sotto dei requisiti chiesti dalla Bce (11,9% contro 13,125%). L'indicatore patrimoniale sconta la mancata emissione di un bond subordinato da circa 200 milioni. L'operazione è caldeggiata anche dalla Bce, che ha bocciato il 20 luglio scorso il piano di conservazione del capitale presentato da Banca Carige.

Ma il lancio del bond appare ancora fortemente in dubbio: "In questo momento, con i numeri del piano in cui riponiamo fiducia, arriveremo pelo pelo al livello del 13,125%, qualche punto base sotto: oggettivamente abbiamo il modo anche in uno scenario avverso, ovvero quello di non riuscire a emettere il bond a fine anno, di riuscire comunque a raggiungere i target Bce", ha sottolineato Fiorentino. Il prossimo cda per rispondere alle osservazioni della Bce si terrà il 7 agosto.

Per quanto riguarda gli altri indicatori finanziari della banca, i ricavi scendono rispetto allo scorso anno: il margine è in calo dell'11,7% a 109 milioni dai 121 milioni dell'anno scorso. Tengono le commissioni, che sono in leggero calo a 120,4 mln dai 122 mln dello scorso anno.

Il margine di interesse migliora di trimestre in trimestre: si tratta di 59,8 milioni contro i 56,1 milioni del primo trimestre e di una crescita del margine su base annua del 2,4%. Un andamento che è "frutto dei positivi risultati di una più mirata azione commerciale e di una maggiore efficacia organizzativa che hanno portato ad una crescita della raccolta complessiva da clientela di circa 1 mld nel semestre e alla tenuta degli impieghi", ha spiegato la banca.

Ridotti anche i crediti deteriorati lordi, che sono 4,7 miliardi, in diminuzione dell’1,2% rispetto ai livelli di dicembre 2017, con l'npe ratio lordo pari al 26,8% e l'npe ratio netto che si attesta al 15,7%.

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