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Crollo lira, Erdogan contro Usa

10 agosto 2018 | 10.46
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(Afp)
(Afp)

Convertire dollari ed euro in lire turche e vendere l'oro. E' la richiesta che il presidente turco Recep Tayyip Erdogah ha rivolto ai suoi cittadini. L'obiettivo è salvare la moneta dalla crisi. Secondo Erdogan, intervenuto da Bayburt, cambiare in lire i risparmi è la migliore risposta poiché nella situazione attuale serve una "lotta nazionale" contro la "guerra economica". "Se avete dollari, euro o oro andate in banca e cambiate tutto in lire turche. E' una lotta nazionale - ha detto, citato dal portale del giornale Yeni Safak - E' la risposta della mia Nazione a chi ha dichiarato una guerra economica" contro la Turchia. Tuttavia i turchi sembrano non aver risposto all'appello a cambiare dollari ed euro e, riporta l'agenzia privata Dha, centinaia di persone sono corse ad approfittare del tasso di cambio favorevole determinato dal crollo della lira.

La lira turca affonda, precipita al minimo storico nei confronti del dollaro. Da inizio anno, riporta l'agenzia di stampa Dpa, la lira turca ha perso più del 43% del suo valore sul dollaro e stamani è arrivata a scambiare fino a 6,21 sul biglietto verde e 7,1 sull'euro. Intanto, il Financial Times riferisce di indiscrezioni secondo le quali la Bce sarebbe preoccupata dalle ripercussioni in particolare sulle banche più esposte verso il mercato turco tra cui Unicredit.

Per tutta risposta Donald Trump ha annunciato che saranno raddoppiati i dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio dalla Turchia, nell'ennesimo atto dell'escalation di tensione tra Washington e Ankara. "Ho appena autorizzato che vengano raddoppiati i dazi su acciaio e alluminio in relazione alla Turchia, mentre la loro moneta, la lira turca, scivola rapidamente contro il nostro dollaro forte!", ha scritto Trump su Twitter, aggiungendo che i dazi sull'alluminio sono ora del 20% e quelli sull'acciaio del 50%. "In questo momento i nostri rapporti con la Turchia non sono buoni", ha aggiunto il presidente Usa.

La Turchia non cederà a "ricatti" né a "minacce". E' tornato a ripetere il presidente turco dopo l'annuncio di Trump. "Non possono darci lezioni quelli che non hanno fatto un solo passo sul codardo di Feto", ha detto Erdogan riferendosi al predicatore turco Fetullah Gulen, in esilio volontario negli Usa e accusato da Ankara di essere stato la mente del fallito golpe del luglio 2016. "Non possono usare la lingua delle minacce e dei ricatti contro questo Paese", ha insistito in un discorso da Gumushane, nel nord della Turchia. Senza fare esplicito riferimento agli Stati Uniti, Erdogan - riporta l'agenzia di stampa Dpa - ha chiesto una soluzione diplomatica, affermando che qualsiasi percorso diverso da negoziati pacifici "porterà a un vicolo cieco".

Erdogan ha chiamato, poi, il presidente russo Vladimir Putin. Il colloquio, riferisce l'agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu, che cita fonti della presidenza di Ankara, è stato incentrato sui rapporti economici e commerciali tra i due Paesi. Stando a quanto riportato, i due presidenti hanno parlato anche degli ultimi sviluppi in Siria e delle prospettive nel quadro del Processo di Astana, sostenuto da Turchia, Russia e Iran. Erdogan e Putin, scrive la Anadolu, hanno "espresso soddisfazione per i progressi nella cooperazione nei settori di energia e difesa" e si sono "felicitati" per lo stato dei rapporti economici tra i due Paesi. La notizia arriva nel mezzo della crisi della lira turca e dopo che il presidente americano Donald Trump ha annunciato che verranno raddoppiati i dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio dalla Turchia, definendo "non buoni in questo momento" i rapporti tra Washington e Ankara.

L'opposizione turca non risparmia accuse al presidente Erdogan dopo il crollo della lira turca. "La crisi è arrivata!", ha scritto nel primo di una serie di tweet Selin Sayek-Boke, deputata del Chp, il principale partito di opposizione in Turchia. "Il regime - ha incalzato - ci ha trascinato in una crisi valutaria nonostante i nostri avvertimenti". "Abbiamo immediatamente bisogno - ha aggiunto la parlamentare eletta a Izmir (Smirne) - di una banca centrale indipendente, di una politica economica che dia priorità alla produttività e allo stato sociale".

Il ministro delle Finanze, Berat Albayrak ha annunciato un nuovo corso economico che parte, ha detto, dal "garantire l'indipendenza assoluta della politica monetaria". Da Istanbul, riporta la televisione Trt, il ministro ha sottolineato, parlando proprio durante le dichiarazioni di Trump sui dazi, che alla base del "nuovo modello economico" c'è la "lotta all'inflazione" galoppante (vicina al 16%) e l'obiettivo è "ridurre il deficit". Secondo Albayrak, genero del presidente Recep Tayyip Erdogan, uno degli obiettivi è anche "una comunicazione più stretta con tutti gli investitori". "La nuova epoca sarà un processo che vedrà la Turchia andare avanti verso i suoi obiettivi - conclude - in rapidità e con politiche più forti". Albayrak, segnala però la Dpa, non ha presentato un piano concreto che chiarisca come il suo ministero procederà per rafforzare l'economia e attirare investimenti, ma ha ribadito che il governo lavorerà per rafforzare la lira contro quelle che ha definito speculazioni dei mercati.

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