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Piazza Affari in rialzo, bene i bancari

06 febbraio 2019 | 18.07
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

All'interno di un comparto europeo che ha terminato le contrattazioni in ordine sparso, spicca il buon andamento del listino di Piazza Affari. Se da un lato i listini del Vecchio continente hanno pagato pegno a trimestrali sotto le stime, il Ftse Mib, che ha terminato gli scambi a ridosso dei 20mila punti (+0,82% a 19.996,47 punti), ha capitalizzato gli acquisti sui bancari, spinti dalle indicazioni arrivate, e che arriveranno, dai conti degli ultimi tre mesi (VIDEO). Spiccano in particolare le performance di Intesa Sanpaolo (+2,39%), Ubi Banca (+3,73%), Banco BPM (+2,14%, a breve arriveranno i conti) e Unicredit (+4,36%).

Domani l'istituto di Piazza Gae Aulenti alzerà il velo sui conti del quarto trimestre che, stando alle stime degli analisti, dovrebbe essersi chiuso con un risultato netto di 693 milioni di euro, contro gli 801 milioni del pari periodo 2017 (da 708 a 719 milioni per il dato rettificato). Giovedì sarà la volta anche di Mediobanca, che ha terminato con un +2,14%. Per quanto riguarda Piazzetta Cuccia, il consensus raccolto da Bloomberg stima per il secondo trimestre un margine di intermediazione a 603,4 milioni, +5,6%, e un'ultima riga di conto economico a 181 milioni, +3,2% nel confronto tendenziale. Sopra la parità Telecom Italia (+0,32%) all'indomani dell'incontro con Open Fiber sulla possibilità di alleanza tra i due gruppi sulle infrastrutture. Per quanto riguarda il mercato dei bond, il collocamento del nuovo trentennale da parte del Ministero dell'Economia ha registrato, a fronte di un importo collocato di 8 miliardi di euro, richieste per 41 miliardi. Il rendimento, che conferma l'allentamento della pressione sulla carta italiana, si è attestato a 18 punti base al di sopra del corrispondente titolo sul secondario. Restando in tema di obbligazioni, il differenziale di rendimento tra titoli italiani e tedeschi a 10 anni, il famigerato spread, ha segnato un incremento di oltre un punto percentuale fermandosi in quota 267 punti base.

Sul valutario l’incrocio tra euro e biglietto verde fa registrare la terza giornata consecutiva in contrazione a 1,1377 dollari, -0,24% rispetto al dato precedente. Tra le commodity, il petrolio Brent sale dello 0,98% a 62,63 dollari il barile mentre il 'cugino' statunitense, il WTI, passa di mano a 54,13$, +0,86%. L'aggiornamento settimanale, diffuso dall'EIA (Energy Information Administration), la divisione statistica del Dipartimento dell’Energia Usa, ha rilevato un incremento delle scorte di petrolio di 1,26 milioni di barili. Il dato è inferiore ai +1,85 milioni stimati dagli analisti. Per quanto riguarda gli altri dati in agenda macro, indicazioni peggiori della stime dagli ordini alle industrie tedesche, in calo dell'1,6% a dicembre, mentre la bilancia commerciale statunitense ha registrato una contrazione del disavanzo maggiore del previsto a 49,3 miliardi di dollari (in collaborazione con Money.it).

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