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Borsa: Trump spinge al ribasso l’azionario, vendite sull’automotive

06 maggio 2019 | 18.39
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Rischio calcolato o fine delle trattative tra Washington e Pechino? Non è chiaro quale sia la strategia del presidente statunitense Trump, che in un tweet ha minacciato di incrementare dal 10 al 25% le tariffe su 200 miliardi di dollari di “made in China”. L’incremento, che potrebbe essere effettivo da venerdì, rappresenta il tipico fulmine a ciel sereno: i negoziati in questi giorni avrebbero dovuto suggellare la tregua commerciale tra le prime due economie mondiali.

Le dichiarazioni di Trump, rilevano da Goldman Sachs, “potrebbero significare che le trattative hanno raggiunto un punto critico” e sarebbero funzionali a uno sblocco. Per la banca newyorkese, le possibilità di successo si sono ridotte ma l’incremento delle tariffe potrà essere evitato nel caso in cui la delegazione cinese si recherà a Washington dopodomani 8 maggio.

Sostanzialmente in linea con gli altri listini continentali, il Ftse Mib ha terminato a 21.409,29 punti, -1,63% sul dato precedente, a causa delle vendite che hanno colpito i titoli maggiormente esposti all’economia del Regno di Mezzo: Stm è scesa del 4,82% facendo segnare la performance peggiore tra le blue chip, Salvatore Ferragamo ha lasciato sul parterre il 3,04% e Ferrari ha perso l’1,17 per cento.

In rosso anche Fca (-2,23%): dopo la pubblicazione dei conti gli analisti di Banca IMI hanno incrementato il prezzo obiettivo sulla casa automobilistica da 14,3 a 15,1 euro confermando la valutazione “hold”. Tra i titoli legati all’automotive, lettera anche su Pirelli (-3,3%) e Brembo (-2,89%), che venerdì ha annunciato il cambio di Ad con l'arrivo di Daniele Schillaci.

Nel comparto bancario spicca il -3,27% di UniCredit e il -1,4% di Intesa Sanpaolo alla vigilia delle presentazione dei conti del primo trimestre. Per gli analisti di Mediobanca (-1,54%), l’utile si attesterà a 906 milioni di euro, contro gli 898 milioni del consenso, a fronte di un margine di intermediazione a 1,776 miliardi (1,750 miliardi il consenso) rispetto a 1,738 miliardi del 2018. Secondo quanto riportato dai giornali, le trattative con Prelios sui crediti incagliati (Utp, Unlikely to pay) dovrebbe riguardare uno stock da 10 miliardi di euro. -0,9% per Generali dopo che il presidente Gabriele Galateri di Genola ha escluso la partecipazione del Leone al risiko che potrebbe scatenarsi nel comparto assicurativo europeo. “È vero che questo è un mondo che richiede pesanti investimenti” ma è altrettanto vero “che si tratta di un universo dove il locale assume un’importante rilevanza”, ha detto Galateri nel corso di un’intervista. La dimensione sino a un certo livello è positiva, “poi lo è meno”. “Vogliamo essere i migliori, non i più grandi”.

Sul mercato dei titoli di Stato lo spread ha fatto segnare un incremento dell’1,27% a 255,9 punti base mentre tra le valute l’eurodollaro è stabile a 1,1196.

(in collaborazione con money.it)

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