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Borsa: Ftse Mib chiude sotto 20 mila punti

29 maggio 2019 | 18.13
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(Fotogramma)
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Seduta negativa per l’azionario italiano, penalizzato sia delle tensioni commerciali che da quelle tra il governo italiano e le autorità europee. La Commissione ha inviato all'Italia una lettera chiedendo chiarimenti entro venerdì. In particolare, all’esecutivo è richiesto di elencare i cosiddetti “fattori rilevanti” che hanno impedito la riduzione del rapporto defict/PIL. L’Italia dovrà commentare l’attuale stato dei conti pubblici cercando di fornire giustificazioni sufficienti ad evitare la procedura di infrazione.

Anche se in calo, il differenziale di rendimento con i titoli tedeschi si è confermato sopra il 2,8% (-1,6% a 281,9 punti base) penalizzando i titoli del comparto bancario. Sul Ftse Mib, che ha terminato con un rosso dell’1,29% a 19.999,94 punti, BPER ha perso lo 0,52%, Intesa Sanpaolo ha lasciato sul campo l’1,12% e Mediobanca l’1,3%. Fuori dal paniere principale, -0,47% di MPS che, secondo quanto riportato dalla stampa specializzata, starebbe per cedere un pacchetto di inadempienze probabili per 630 milioni di euro.

+0,89% per il Banco BPM che ieri ha varato un nuovo assetto organizzativo che non prevede la figura del Direttore Generale e introduce, oltre alla conferma dei Condirettori Generali, le figure del Chief Lending Officer (CLO) e del Chief Financial Officer (CFO). La prima carica è stata attribuita a Carlo Bianchi, la seconda ad Edoardo Ginevra. Moody’s Investors Service ha migliorato il rating di lungo termine sui depositi da “Ba1” (Stabile) a “Baa3“ (Stabile) e il Baseline Credit Assessment (BCA), il giudizio che analizza il profilo finanziario della banca nel suo contesto operativo, portandolo da “b1” a “ba3”. Confermata la valutazione di lungo termine sul debito “senior unsecured” a “Ba2” (Negativo). Segno più anche per UniCredit (+2,22%) che, secondo i rumor, starebbe per cedere un portafoglio di sofferenze da 5 miliardi di euro.

Le tensioni commerciali si sono riversate sul comparto industriale con il -2,4% per Leonardo, il -1,69% di Pirelli e il -1,22% di FCA. “FCA e Renault sono compatibili e i target indicati sono prudenti”, hanno rilevato gli analisti di Morgan Stanley, secondo cui le potenziali sinergie legate all’operazione “sarebbero decisamente superiori ai 5 miliardi di euro annunciati includendo una ristrutturazione". Per quanto riguarda l’operazione di fusione, il presidente del Consiglio di amministrazione di Renault, Jean-Dominique Senard, è volato in Giappone per incontrare il Chief Executive di Nissan, Hiroto Saikawa, e spiegare i dettagli e i benefici dell`aggregazione. “C’è stata una discussione franca e trasparente sulla recente proposta di FCA a Renault”, ha detto un portavoce al termine dell’incontro.

Nel comparto energetico (-2,27% del Brent a 67,1$/barile), -2,08% di Eni che ha annunciato di aver rafforzato la sua presenza in Mozambico tramite l’acquisizione di tre nuove licenze. (in collaborazione con money.it)

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