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Borsa: Trump irrompe sui mercati e scattano le vendite Milano -1,65%

23 agosto 2019 | 18.11
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Borsa: Trump irrompe sui mercati e scattano le vendite Milano -1,65%

Il FTSE Mib (-1,65%, 20.4723,86 punti) chiude l’ultima seduta della settimana all'insegna dei ribassi. A pesare sulle quotazioni è il riaffiorare delle tensioni commerciali tra Usa e Cina. Nel primo pomeriggio, il colosso asiatico ha annunciato che verranno imposti dazi su 75 miliardi di beni statunitensi a partire dai prossimi 1 settembre e 15 dicembre. Oltre a questo, il Dragone ha deciso che dal 15 dicembre 2019 verranno ripristinate le tariffe sulle importazioni di auto e componentistica di matrice statunitense sospese lo scorso aprile.

Non è tardata la reazione del Presidente statunitense, Donald Trump, il quale ha annunciato con una serie di tweet che le imprese a stelle e strisce dovranno trovare alternative alle loro operazioni in Cina. Oltre a ciò, il tycoon ne ha approfittato anche per criticare aspramente le mosse della Federal Reserve.

Pesante la reazione di STM (-4,47%, 15,61 euro), in fondo al listino a causa del crollo di Apple. In difficoltà anche il comparto automotive, con Pirelli in discesa del 2,91% (4,673 euro) e FCA del 2,17% (11,292 euro).

Il rialzo dello spread tra BTp e Bund a 197,72 punti base (+1,92%) non ha impedito alle banche di contenere il rosso. In particolare, Banco BPM è la società migliore del settore (+0,06%, 1,737 euro), seguita da BPER Banca (-0,85%, 3,048 euro) e Mediobanca (-1,14%, 8,67 euro).

Segno meno anche per i petroliferi: Saipem (-2,10%, 4,097 euro), Tenaris (-1,54%, 9,736 euro) ed Eni (-1,28%, 13,142 euro) chiudono deboli, con le quotazioni del greggio che mostrano un saldo negativo del 3,25% (53,55 dollari al barile). Da segnalare l’aggiudicazione da parte della società guidata da Paolo Rocca di contratti per 1,9 miliardi di euro ad Abu Dhabi.

Sul fronte valutario, da segnalare l’apprezzamento dell’eurodollaro a quota 1,1139 (+0,57%). A spingere la salita del cambio è stato il discorso del Presidente della Fed, Jerome Powell, al simposio di Jackson Hole. Il numero uno dell’istituto centrale a stelle e strisce ha affermato che l’economia Usa è “ben posizionata”, aggiungendo il fatto che la Federal Reserve è “pronta a intervenire in maniera adeguata affinché l’economia non devii dal sentiero dell’espansione”. (in collaborazione con money.it)

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