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Borsa: Ftse Mib in rosso, bancari a due velocità

10 settembre 2019 | 18.12
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(Fotogramma)
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Chiusura con il segno meno per Piazza Affari in attesa delle indicazioni che giovedì arriveranno dalla Banca centrale europea. Il paniere principale del listino milanese, il Ftse Mib, oggi ha terminato la seduta in rosso dello 0,55% a 21.869,01 punti mentre lo spread con i titoli tedeschi ha fatto segnare un rialzo di quasi 3 punti percentuali a 159 punti base.

Nel corso della seconda parte il differenziale di rendimento con i decennali “made in Germany” ha registrato un rialzo dopo la diffusione del rumor relativo la presunta volontà del nuovo esecutivo di incrementare il target 2020 del rapporto tra deficit e Prodotto interno lordo dal 2,1 al 2,3% (per il 2019 la stima è fissata al 2,04%).

Con la nuova commissione guidata da Ursula Von der Leyen, ed in seguito alla nomina di Gentiloni a commissario agli Affari economici (è la prima volta che un italiano ricopre questa carica), la richiesta potrebbe anche essere accettata. Gentiloni dovrà assicurare, riporta una lettera inviata dalla presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen, “l’applicazione del patto di stabilità, utilizzando appieno la flessibilità permessa all’interno delle regole”.

Per quanto riguarda i singoli titoli quotati a Milano, andamento contrastato per il comparto bancario: da un lato troviamo i segni meno di UniCredit (-0,38%) e di Banco BPM (-0,44%), dall’altro le performance positive di Intesa Sanpaolo (+1,05%) e BPER (+1,13%).

Giornata di vendite per Amplifon (-4,11%), su cui gli analisti di Jefferies hanno ridotto la valutazione, e Ferrari (-5,98%), colpita dalle prese di beneficio dopo i recenti guadagni che hanno permesso al titolo di tornare nei pressi dei massimi storici. Rosso anche per FCA (-1,23%) dopo che il Ceo di Renault , Thierry Bolloré, si è detto rammaricato per il fallimento delle trattative per la fusione tra le due case automobilistiche.

-1,06% infine per Snam nonostante le indiscrezioni sul possibile sbarco sul mercato statunitense tramite l’acquisizione del 33% del gasdotto Rover in mano a Energy Transfer. Secondo le stime, la quota varrebbe circa 2 miliardi di dollari e in lizza ci sarebbe anche DTE Energy, società con sede in Michigan. (In collaborazione con money.it)

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