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Del Vecchio: "Per Mediobanca e Generali un azionariato stabile'

13 novembre 2019 | 21.40
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Parla il presidente di Delfin, obiettivi piano vanno nella giusta direzione

Leonardo Del Vecchio
Leonardo Del Vecchio

Leonardo Del Vecchio rompe il silenzio su Mediobanca. Il fondatore di Luxottica, salito nei giorni scorsi a un soffio del 10% del capitale della banca, intende garantirle "un azionariato stabile" e lo stesso vale per Assicurazioni Generali, di cui Mediobanca è prima azionista con il 13%.

All'indomani della presentazione del nuovo piano al 2023 dell'istituto, che ha promesso di remunerare i soci da qui ai prossimi quattro anni con 2,5 miliardi di euro, il presidente di Delfin cerca di 'aggiustare' le dichiarazioni di qualche settimana fa, che bocciavano, in parte, la strategia finora portata avanti dall'amministratore delegato Alberto Nagel. Il piano di Mediobanca, dice Del Vecchio in un comunicato, "presenta obiettivi sfidanti che vanno nella direzione auspicata da Delfin". Spiega di "apprezzare lo sforzo fatto dal management" e di essere "soddisfatto dei risultati economici raggiunti" dalla banca.

Stabilità dell'azionariato e italianità sarebbero quindi le chiavi di interpretazione della mossa dell'imprenditore, anche alla luce della dipartita di Unicredit, uscita dal capitale di Mediobanca in poche ore lo scorso 6 novembre con un accelerated bookbuilding che ha archiviato archiviando 73 anni di storia.

Sia Mediobanca che Generali, dice, "rappresentano un pezzo strategico del nostro sistema economico e hanno bisogno di stabilità". Per questo, "il mio obiettivo - spiega - è contribuire a creare un azionariato stabile che aiuti le società a crescere e avere successo nel mondo". Quello in Mediobanca, come aveva già detto, è un investimento a lungo termine, che testimonia il suo amore per il Paese.

All’Italia, sostiene, "servono investitori e imprenditori in grado di sviluppare le sue imprese. Sono un imprenditore italiano e il mio percorso testimonia, da sessant’anni e con fatti concreti, il mio amore e l’attaccamento per questo Paese. È con tale spirito che, sostenuto dalla mia famiglia, ho deciso di realizzare questo investimento in un settore in cui l’Italia deve giocare da protagonista".

Per mantenere l'azionariato stabile, sia in Generali che in Mediobanca servirà probabilmente qualcosa in più del 10% e, secondo indiscrezioni mai confermate, ma nemmeno smentite, l'imprenditore è intenzionato a salire ben oltre quella soglia, puntando fino al 20% della banca. Per farlo, Del Vecchio deve ottenere l'autorizzazione della Bce e non è dato sapere se ne abbia già fatto richiesta nelle scorse settimane. Ad ogni modo, per ottenere il via libera potrebbero occorrere mesi e nuovi acquisti potrebbero vedersi solo nel 2020.

Nel frattempo, il titolo di Mediobanca ha tirato il fiato, chiudendo in calo dello 0,8% a 10,56 euro, dopo il forte rialzo della vigilia. Dopo il piano, Piazzetta Cuccia ha guadagnato il 2% e negli ultimi giorni il prezzo di un'azione è tornato sopra i 10 euro, ai massimi da dieci anni. Con una capitalizzazione di Borsa che ha raggiunto circa i 9,37 miliardi, la quota di Mediobanca che ha in mano Delfin oggi vale circa 930 milioni di euro.

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