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Mediobanca, incognita Bce e indipendenza banca su salita Del Vecchio

15 novembre 2019 | 17.53
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Gatti (Bocconi), 'nell'advisory reputazione come soggetto indipendente importante'

Mediobanca, incognita Bce e indipendenza banca su salita Del Vecchio

(di Vittoria Vimercati) - Leonardo Del Vecchio al 20% di Mediobanca è ancora una suggestione, ma è già carica di incognite, a partire dalla necessità come quella di una banca d'affari di restare indipendente. Nessuno sa con certezza se la richiesta alla Bce di superare la soglia del 10% ci sarà o meno, ma difficilmente accadrà qualcosa prima del 2020. Nei giorni scorsi, il fondatore di Luxottica ha detto che il suo obiettivo su Mediobanca e Generali "è contribuire a creare un azionariato stabile che aiuti le società a crescere e avere successo nel mondo". Il ragionamento è compatibile con la volontà, mai espressa ufficialmente, di salire ben oltre il 10% del capitale.

Secondo le regole, una volta inviati i documenti per ottenere il via libera a una partecipazione qualificata in una banca al consiglio di sorveglianza Bce, via Bankitalia, la vigilanza avrebbe 60 giorni per esprimere la sua valutazione. Ma, qualora fossero necessarie informazioni aggiuntive, il periodo potrebbe essere prolungato di altri venti o trenta giorni, fino a un massimo di novanta. Da qui, la possibilità che se ne parli nel 2020.

Se Delfin voglia fare questa mossa non è dato sapere, ma è difficile che la Bce possa gradire una scalata ostile, contraria ai piani del management, che negli ultimi anni ha avuto il merito di far presentare alla banca bilanci di gran lunga più solidi del resto del settore. Da qui, le parole più morbide usate dal Cavaliere di Agordo sull'amministratore delegato Alberto Nagel e sul piano al 2023, che potrebbero essere quindi interpretate come un modo per mostrare alla Bce le sue buone intenzioni, nell'ottica di un rafforzamento della quota. Il problema, ora, è un altro. Del Vecchio vuole dare stabilità alla banca ma è dal 1988, l'anno della sua privatizzazione, che Mediobanca non ha un socio sopra il 10% e la sua mossa è stata già di per sé destabilizzante. In più, fonti finanziarie vicine all'istituto sottolineano l'importanza dell'indipendenza per operare con credibilità nel corporate & investment banking.

Essere percepiti come meno indipendenti sul mercato potrebbe costare clienti e contratti nell'advisory. "E' un tema di reputation", avverte Stefano Gatti, docente del dipartimento di Finanza dell'Università Bocconi. "Nell'ambito di alcuni dei servizi che Mediobanca ha sempre svolto, come advisory su m&a e ristrutturazioni, non essere legato a qualcuno - spiega all'Adnkronos - ti qualifica come soggetto indipendente, normalmente orientato a fare il bene del cliente e non di altri soggetti che per ragioni diverse possono avere interesse a realizzare certe operazioni. E' un problema di percezione del mercato, di best execution nei confronti del cliente".

Nel caso di Delfin, che non è un intermediario finanziario ma una holding a monte di un gruppo industriale, "i potenziali conflitti di interesse sono più limitati. Uno è un controllore di natura industriale e l'altro è un intermediario finanziario. Tuttavia, specialmente sul fronte degli advisor finanziari che normalmente si propongono ai clienti come depositari del migliore interesse del cliente, qualche effetto reputazionale potrebbe esserci".

Un altro scoglio che Del Vecchio potrebbe dover affrontare nel suo percorso di nuovo azionista di peso dell'istituto è la Bce. Secondo le regole della vigilanza, i progetti di acquisizione sono valutati seguendo cinque criteri: la reputazione del cliente e le sue pregresse esperienze, la reputazione dei nuovi soggetti che l'acquirente potrebbe voler proporre alla guida della banca, la sua solidità finanziaria, l'impatto dell'acquisizione sui requisiti prudenziali della banca e i rischi legati al riciclaggio. "Mi aspetto - aggiunge Gatti - che ci possa essere da parte della Bce una qualche analisi su quali possano anche essere le ragioni del fatto che un attore industriale voglia acquisire un controllo così importante in una banca come Mediobanca". Il fatto di essere una holding di natura lussemburghese, invece, non dovrebbe essere un problema per Delfin. "Di solito, nascono per problemi di ottimizzazione fiscale, non per ragioni di maggiore o minore trasparenza".

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