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Borsa: Piazza Affari nel caos, -11% per il Ftse Mib

09 marzo 2020 | 18.28
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(Fotogramma)
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Avvio di settimana da incubo per il listino milanese. Causa la diffusione del Coronavirus, e le conseguenti misure emergenziali approvate dall’esecutivo, il paniere principale del listino milanese, il Ftse Mib, ha chiuso la prima seduta dell’ottava con un calo dell’11,17% a 18.475,91 punti. Per la borsa di Milano si tratta della peggior seduta dal giugno 2016 (quando la vittoria del “leave” nelle elezioni britanniche aveva provocato un rosso di 12 punti percentuali).

A potenziare l’effetto negativo del virus sui mercati è stata la performance del greggio, che si è trovato a fronteggiare il calo peggiore dal 1991 (-19,15% a 36,5$/barile). Dopo il nulla di fatto del meeting Opec+, l’Arabia Saudita ha messo in campo un incremento della produzione che ha provocato un tonfo dei prezzi.

In questo contesto sono iniziate a circolare le voci, subito smentite da Borsa Italiana e dalla Consob, di una possibile chiusura di Piazza Affari. “Le decisioni prese dal Governo negli ultimi giorni rientrano in una logica coerente, incentrata sul contenimento dell’epidemia COVID-19 e delle sue ricadute sulla salute degli italiani, sul sistema sanitario nazionale e sull’economia”, riporta una nota emessa dal Tesoro. Il Governo è convinto “che, con un’azione vigorosa e tempestiva di contenimento e prevenzione e aumentando la conoscenza del fenomeno da parte dei cittadini, sia possibile abbassare il numero di contagi e ridurre la durata della fase più acuta dell’epidemia”. Gli interventi di politica economica che sono in fase di definizione saranno “vigorosi ma commisurati alle esigenze e limitati nel tempo”.

Sul paniere principale della Borsa di Milano spiccano le vendite sugli energetici: Eni ha perso qualcosa come 20,85 punti percentuali, Saipem è scesa del 21,5% e Tenaris ha segnato un -21,39%. Nel comparto auto Pirelli ha limitato le perdite scendendo del 4,37%, Fiat Chrysler ha segnato un -10,8% e Ferrari ha lasciato sul parterre il 7,63%. Alla luce del provvedimento del Governo che introduce misure di prevenzione più cautelative per i territori più colpiti dall’epidemia di COVID19, la casa di Maranello “ha messo in atto tutte le misure richieste per consentire al proprio personale di svolgere l’attività lavorativa nelle migliori condizioni possibili e pertanto conferma al momento la propria continuità operativa”. Ma a questo punto si deve tenere presente anche l’impatto del Coronavirus sulla catena produttiva: “detta continuità non può prescindere da quella dei nostri fornitori, con i quali siamo in costante contatto”.

Nel giorno dei conti, Brembo (-8,42%) ha precisato che, per il momento, “la produzione italiana non ha subito impatti” dal Coronavirus mentre gli stabilimenti cinesi di Nanchino e Langfang, “dopo un periodo di chiusura supplementare rispetto a quanto già previsto per le festività del capodanno cinese, hanno gradualmente riavviato la produzione tra il 14 e il 17 febbraio”. Il 2019 della società bergamasca si è chiuso con un utile netto di 231,3 milioni di euro, -3% rispetto a un anno prima, e un fatturato di 2,59 miliardi di euro, -1,8% nel confronto tendenziale.

L’incremento di oltre 40 punti messo a segno dallo spread, salito in quota 225 punti base in scia dell’aumento del rischio Italia e della crescita della domanda di bond tedeschi, ha messo in ginocchio il comparto bancario: UniCredit ha perso il 13,44%, Ubi Banca il 12,54%, Intesa Sanpaolo l’11,49% e Banco BPM il 14,34%. (in collaborazione con money.it)

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