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Borsa: Milano ancora positiva, minimi storici nell’asta di Btp

27 novembre 2020 | 18.14
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(Fotogramma)
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Con Wall Street a mezzo servizio nella seduta post-Ringraziamento, le borse europee hanno terminato la seduta in rialzo portando il guadagno dell’ottava a quasi 2 punti percentuali. Comparto bancario sotto i riflettori dopo lo stop alla fusione tra le spagnole Bbva e Banco Sabadell e le indiscrezioni sulle indicazioni della BCE per la distribuzione di dividendi nel 2021.

Stando ai rumor, la banca guidata da Christine Lagarde potrebbe optare per sei mesi di stop, per un tetto ai proventi distribuibili o affidarsi ad una valutazione caso per caso. Salito nel corso della settimana del 2,9%, il Ftse Mib ha chiuso la settimana a 22.352,46 punti, +0,68% sul dato precedente.

In particolare evidenza il comparto delle aziende di pubblica utilità: Hera ha chiuso con un +2,85%, Terna ha segnato un +1,87% ed Enel un +0,38%. Ancora acquisti su Telecom Italia (+1,57%) dopo il via libera dell'Antitrust Ue al closing del progetto FiberCop e su STMicroelectronics (+2,15%), ancora in scia delle forniture nell’ambito del progetto Starlink.

Chiusura sopra la parità per UniCredit (+0,27%). L’istituto ha annunciato che a completamento del Supervisory Review and Evaluation Process (SREP) del 2020, il requisito patrimoniale Pillar 2 Capital Requirement (P2R) è stato confermato a 175 punti base. I requisiti di capitale per UniCredit, su base consolidata, sono rimasti inalterati rispetto all’anno precedente, e decisamente inferiori ai livelli al 30 settembre.

Parità per Generali (-0,04%) all’indomani della conferma da parte di Moody’s del rating IFS a “Baa1”. “I rating riflettono –riporta la nota emessa dal Leone di Trieste- la forte posizione competitiva di Generali nei suoi principali mercati e il profilo finanziario resiliente nonostante le turbolenze derivanti dal coronavirus, insieme a un’ottima diversificazione geografica e operativa e a un basso profilo di rischio di business”.

Lo spread Italia-Germania è sceso a 114 punti base (-1,1%) grazie alle indicazioni arrivate dall’asta di Btp a 5 e 10 anni. Nel caso del 5 anni, assegnato per 2,5 miliardi (richieste a 4,76 miliardi), il rendimento è arretrato di 22 centesimi attestandosi sul nuovo minimo storico dello 0,01%. Per il decennale invece, emesso per 3 miliardi (richieste a 4,7 miliardi), il dato ha fatto segnare un rosso di 20 centesimi permettendo un nuovo minimo allo 0,59%. (In collaborazione con money.it)

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