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Borse, analisti: "Attenzione a stravolgere portafogli"

29 novembre 2020 | 18.19
LETTURA: 3 minuti

Scontro Iran-Usa e rischi terza ondata gettano ombre su fine 2020

FOTO SIMBOLICHE SU FINANZA, INDICI DI BORSA ANDAMENTO DEI MERCATI, TRADING ALLA BORSA VALORI DI MILANO (Marco Dona / Fotogramma, MILANO - 2012-10-19)
FOTO SIMBOLICHE SU FINANZA, INDICI DI BORSA ANDAMENTO DEI MERCATI, TRADING ALLA BORSA VALORI DI MILANO (Marco Dona / Fotogramma, MILANO - 2012-10-19)

Se i mercati traboccano ancora di ottimismo per le speranze sulla fine dell'incubo Covid alimentate dai buoni risultati della sperimentazione dei vaccini, non è detto che la fine del 2020 e l'inizio del prossimo anno non riservino ancora spiacevoli sorprese sulle Borse mondiali. Le tensioni tra Iran, Israele e Stati Uniti, insieme al rischio latente di una terza ondata con nuove restrizioni suggeriscono di mantenere cautela. E secondo alcuni esperti contattati dall'Adnkronos, il proprio portafoglio di asset non va stravolto.

"Stiamo dando per sconfitto il virus un po' velocemente", suggerisce Antonio Cesarano, Chief global strategist di Intermonte Sim. "Nel mese di novembre c'è stato un ritorno violentissimo della propensione al rischio, con un lo spostamento di denaro sul settore 'value' in Europa, dalle banche alle compagnie petrolifere, ma una risalita dei contagi e un peggioramento delle tensioni geopolitiche non è da escludere".

Per ora, le minacce di Teheran dopo l'assassinio dello scienziato nucleare iraniano Mohsen Fakhrizadeh-Mahabadi, venerdì scorso, non hanno sortito effetti: i rendimenti dei titoli statunitensi a 10 anni sono solo leggermente scesi.

"Nel medio-lungo periodo, invece, se cambiassero i rapporti di forza in Medio Oriente con un aumento delle tensioni geopolitiche, queste potrebbero farsi sentire sul prezzo del greggio, considerando anche l'eventuale uscita di alcuni Paesi dall'Opec. E' un tema che può avere un impatto sui mercati", sottolinea Filippo Diodovich, senior market strategist di Ig Italia, che avverte: "Ci sarà ancora volatilità nei prossimi mesi".

In questa "fase ponte", come la chiama Cesarano, i rapporti tra Usa e Iran potrebbero diventare un catalizzatore per i mercati, in particolare dopo le decisioni di politica monetaria che le banche centrali potrebbero prendere a dicembre (il 10 si riunisce il consiglio direttivo della Bce, il 16 quello della Fed). In più, bisogna considerare che a fine anno "ci sarà un ribilanciamento dei portafogli di grandi investitori o fondi sovrani, arrivati a una quota di risorse investite nell'azionario sopra i limiti dopo il rimbalzo delle Borse negli ultimi mesi".

Da qui, la necessità di non fare scelte affrettate. Un 'bene rifugio' da tenere in portafoglio, oltre all'oro, può essere la Cina, "l'unica potenza risparmiata dalla seconda ondata". Se il 'rilassamento' negli Usa e in Europa delle misure anti-Covid portasse a una nuova recrudescenza del virus, "dovrebbe tornare in vista l'hi-tech, abbandonato nelle ultime settimane", si aspetta l'economista di Intermonte. "E' poi necessario tenere sempre i beni infrastrutturali in portafoglio, soprattutto quelli legati alla clean energy perché tutto il mondo punta a ridurre le emissioni".

Con l'arrivo dei vaccini, argomenta Diodovich, "c'è stata una rotazione verso i settori ciclici, ma il portafoglio deve rimanere bilanciato perché ancora non c'è stata un'approvazione ufficiale delle authority e quindi è meglio non abbandonare un settore per un altro".

Ad ogni modo, "da qui a sei mesi lo scenario è positivo, perché fronteggeremo questo periodo con il supporto delle banche centrali, che saranno sempre accomodanti", convengono i due analisti. Nel 2021, il mercato sa che se ci sarà un'altra emergenza da loro arriverà la liquidità necessaria. (di Vittoria Vimercati)

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